Leggo su un post…. in calce a un bellissimo paesaggio montano, boschi, cime innevate, laghi… un’anima bella, una giovane donna, commenta:
Che meraviglia la Natura! Peccato che esista l’uomo che la contamina…
Vabbè , dirà qualcuno…. i soliti ambientalisti radicali. Mica è una novità… Che ci stai ancora a perdere tempo….
In verità, però, non è di questo radicalismo, più o meno fanatico, che voglio parlare… quanto del fatto che questo post mi ha fatto venire in mente un’altra cosa. Che, in apparenza, non c’entra proprio nulla.

Una dichiarazione, se non erro, di Chicco Testa, non so dire a proposito di che, non ricordo il contesto… ma mi è rimasta impressa una affermazione, che poteva sembrare buttata lì a caso… e invece…
Comunque diceva, più o meno: la Natura è il nemico.
Strano, vero? Sono due affermazioni contraddittorie. Anzi, decisamente antitetiche… eppure, sono il prodotto del medesimo atteggiamento di fondo, se vogliamo subconscio, rispetto a ciò che chiamiamo Natura. E che, in ogni caso, consideriamo altro da noi. Estranea, bella nella migliore delle ipotesi. Aliena e minacciosa, in altri casi.
Di fatto, tutto deriva dal nostro sentirci estranei alla natura. Altra cosa. Separata. Abbiamo, nei secoli della nostra storia, o storie che dir si voglia, progressivamente sviluppato un, orgoglioso, senso della nostra individualità. Della nostra specificità. Che, per carità, è decisamente importante, in quanto la nostra civiltà, nei suoi sviluppi, su questo, appunto, si è fondata.
Però, se vogliamo ricorrere al mito biblico, Dio dà all’uomo il potere di dare nome a tutte le cose. Animate e inanimate. Il che implica che l’uomo è centrale nella Creazione. Ma ne fa comunque, parte. Non è un corpo estraneo.
Era una idea, o meglio una percezione condivisa da tutte le culture antiche. Percezione che è andata progressivamente oscurandosi nel tempo. Soprattutto in quelli recenti, nei quali la tecnica è divenuta per l’uomo “Natura seconda”, come ha intuito Gehlen. Di fatto generando un rapporto di dipendenza con gli strumenti. Con le macchine. E alienando quelli con la Natura.
Della quale ancora sino al Rinascimento, l’uomo si sentiva parte. Era sì al centro dell’universo, come nel famoso “Uomo vitruviano” di Leonardo. Ma non era estraneo. Tutta la grande pittura rinascimentale, da Botticelli a Caravaggio, rappresenta il primato dell’uomo. Ma nella Natura.

L’arte contemporanea, o ciò che ancora ne resta, è invece drammatica testimonianza della ormai totale alienazione. L’informale e, più ancora, l’arte concettuale, rivelano un uomo totalmente chiuso in se stesso. Nelle sue rappresentazioni. Di fatto, un delirio solipsistico, che è divenuto una sorta di continuo onanismo mentale. E che, ovviamente, rende ciechi.
Così viviamo in una sorta di continuo pendolo. Che oscilla fra un, spesso paranoico, desiderio di preservare la Natura incontaminata. E che, ogni giorno di più si traduce in un delirio di politiche insensate. Che non salvano la Natura. Piuttosto celano il sordido anelito al nulla. Ad annichilire l’uomo.
All’altro estremo del pendolo, la Natura come, minacciosa, nemica. L’incubo di vivere in un mondo sterile e sterilizzato. Senza esporsi ad alcun rischio nel contatto con animali, piante, aria…. e infine anche con i nostri simili.
È un qualcosa che, in questi anni, abbiamo dovuto sperimentare, e subire, in un crescendo parossistico.
Il paradosso è che i cantori della Natura senza l’uomo, e gli zeloti dell’isolamento dell’uomo dalla natura, spesso… coincidono. Spesso sono addirittura le stesse… persone.
Che sostengono i deliri ambientalistici. E vanno in paranoia se si trovano a dover respirare l’aria di campagna.
Che sognano la foresta amazzonica. E urlano di terrore davanti a un insetto nella loro, sterilizzata, camera.
Di questo passo, dando per buone le teorie evoluzionistiche, l’uomo del futuro sarà uno strano gobbetto miope, quasi cieco, con gli arti inferiori atrofizzati. Che vivrà in ambienti sterili, in solitudine, riproducendosi in provetta e cibandosi di cibi sintetici. Mentre si preoccuperà che sulla terra permangano oasi vietate e chiuse. Alle quali neppure potrà, o oserà, avvicinarsi.
Ma questo, per fortuna, è solo un incubo di fine inverno. Sicuramente, prima che ciò accada, arriverà… il meteorite. E andremo a fare compagnia ai dinosauri….