Venezia la luna e tu.
No, per me Venezia è lavoro. Certo un luogo meraviglioso per lavorare.
Prima di arrivare.
Quando esci.
Durante, non hai il tempo per goderla se non per la musica dei suoi suoni che entrano dalla finestra aperta su Rialto.
Però c’è la pausa pranzo anche a Venezia.
Ormai, nonostante tutto, gremita di turisti.
Nella mezzora a disposizione, non ti resta che gustare in velocità due meravigliosi tramezzini e decidere l’ombra nella quale nasconderti per trovare il sapore della pace.
Quella fioreria oggi sento che è il posto giusto.
La vedo tutte le mattine, ma è chiusa quando passo tra le sette e le otto.
Buia in quella piazzetta poetica nel silenzio del mattino, a volte con delle piante meravigliose all’esterno scaricate da chissà quale imbarcazione e affidate alla pubblica fede.
Ma oggi sì.
La pausa pranzo mi ha spinto irresistibilmente.
Provo ad entrare, ma la porta è chiusa e ahimé guardo gli orari di apertura.
Le 14,30… Dovrò rinunciare.
Sto per ritirarmi in buon ordine quando la porta magicamente si apre.
Sim sala bim.
Allora è proprio vero che Venezia è magica.
Sono fuori orario.
Ma certo, può entrare!
E così entro nella fioreria delle donne. Sono in tre tutte operose in attesa dell’apertura.
Non l’avrei mai detto nell’oscurità che percepivo dall’esterno.
Mi sento graziata e spiego il mio desiderio.
Vorrei una pianta che viva bene all’interno. Deve essere contenta di farmi compagnia in ufficio.
La prima proposta è una pianta sofisticata, molto bella e resistente, con foglie robuste che sembrano spade.
La guardo, ma sento che non mi chiama.
Poi mi mostrano Lei.
Un essere straordinario dal gambo intrecciato e dolci foglie leggere e affusolate e delicate.
Mi innamoro a prima vista.
E’ una “pachira” mi dicono.
Mai sentita nominare, ma è la mia prescelta.
Torno in ufficio e la sistemo per bene.
E’ la mia Pachi ormai.
La saluto e al ritorno cerco su internet le informazioni per una cura adeguata.
Scopro che è una parente del Baobab, in estremo Oriente viene chiamata “albero della buona sorte per i soldi”.
Fosse la volta buona?
Comunque sia, fantasiosa e stupefacente sempre la vita.