Ai principianti e a coloro che prenderanno la saggia decisione di passare dalla sigarette alla Pipa occorre dare anche qualche ragguaglio in merito al modo di aspirare.
Soprattutto a questi ultimi si deve dire che la Pipa non sopporta le tirate intense e profonde. La pipa è un oggetto fragile e gentile: non va strapazzata. Dopo un’accensione delicata che abbia cura di fare sì che sulla superficie si formi un sottile strato di cenere, il tabacco andrà leggermente pressato con un curapipe. Un oggetto indispensabile che andrà acquistato in contemporanea alla pipa e al tabacco. Con il “pigino” si premerà la parte superficiale del tabacco incendiato; e se ciò provocherà lo spegnimento, niente paura: basterà ripetere l’operazione. Successivamente si dovrà aspirare con boccate lente, ritmate e mai troppo poderose. Ciò potrebbe surriscaldare pericolosamente il fornello che rischierà di bruciarsi, specialmente se la pipa non è ancora rodata. È l’unica fase un poco più delicata. Un fornello bruciato potrebbe danneggiare irreparabilmente la pipa. Se tenendola in mano si avverte un calore troppo intenso, sarà opportuno diminuire l’intensità e la frequenza delle boccate, o, addirittura smettere di tirare. E se ciò provocherà lo spegnimento, poco male: come si diceva pocanzi, basta riaccendere.
Le prime boccate potrebbero risultare deludenti. Ma, anche in questo caso, basterà avere un po’ di pazienza. Solitamente la parte più appagante della pipata sarà da poco prima della metà in poi. Si ritiene che nella fase di rodaggio sia opportuno non caricare la Pipa fino all’orlo. Sembra sia meglio, infatti, non svuotare la pipa fino a che il tabacco non sia bruciato del tutto. Ciò consente che la crosta si produca fino al fondo del fornello. Per la parte superiore ci sarà tempo. Ma su questo argomento, e su mille altri ancora, le opinioni non concordano del tutto. Si tenga conto che uno degli aspetti più interessanti relativi a questo argomento consiste proprio nel fatto che, escludendo alcuni assiomi, le opinioni siano spesso diverse.
Per esempio: quando si fa il rodaggio ad una pipa è meglio usare un tabacco umido o secco, di taglio grosso o di taglio fine? Detto che la sua forza può essere variabile e non è essenziale, valgano alcuni semplici consigli.
Il tabacco secco, o poco umido, brucia più in fretta. Per questo motivo può facilmente surriscaldare la Pipa con i rischi a cui si accennava prima. Lo stesso valga per i trinciati filamentosi. Tuttavia un tabacco più umido tende a spegnersi più di frequente. In questo caso il fumatore poco esperto può essere portato a tirare con maggiore intensità. Ciò ci porta a pensare che una via di mezzo sia la cosa più opportuna. Con pazienza e costanza si otterrà il risultato ideale.
Già: pazienza e costanza. Sono solo le prime due qualità che fumare la pipa favorisce ed esalta. Un insieme di doti che, come vedremo man mano, stanno alla base di questa pratica.
Con ciò non si vuole affermare che chi non è paziente o costante è meglio che si dia a qualche altra occupazione. Si vuole soltanto ricordare che senza pazienza e costanza è meglio evitare di dare inizio a qualsivoglia attività che non si sia mai praticata prima. Come dice il vecchio luogo comune di origine popolare “nessuno nasce imparato”. E ciò vale per la Pipa come per tutte le pratiche umane, sia ludiche che professionali. Pretendere di essere bravi al primo colpo, senza tenere conto di essere dei principianti, è da sciocchi.
E la Pipa non è fatta per gli sciocchi.