…E poi arrivano notizie che rendono il mondo peggiore. No, non le sceneggiate dei Ferragnez stigmatizzate dalla Lucarelli. Esiste qualcosa di ancora più drammatico. Ad esempio la tragica situazione della pizza in una Russia alle prese con le sanzioni. Già, come faranno i russi a sopravvivere senza il tipico prodotto della cucina statunitense? Perché ormai, nel mondo americanizzato, la pizza non è più il simbolo di Napoli bensì del take-away yankee.
Superato anche il rito della pizzeria: ormai questa ciofeca, che nulla ha da spartire con la pizza originale, viene consumata anche fredda sui posti di lavoro o sul divano di casa. Dunque le sanzioni contro Mosca riguardano la catena nordamericana Papa John. Catena di pizzerie poiché i russi non sono ancora così avanti per entusiasmarsi per una pizza gelata da azzannare sulla scrivania dell’ufficio.
Ma al di là di tutto ciò, la notizia è interessante poiché rappresenta la dimostrazione lampante di come, nei fatti, sia facilissimo dribblare le sanzioni. Soprattutto quelle adottate dagli Usa che permettono, di fatto, ai propri imprenditori di continuare a fare affari con i russi. Mentre i “cari amici ed alleati” statunitensi sono rigidissimi nei confronti di eventuali cedimenti degli imprenditori europei.
Così la pizza americana, ad oltre un anno dall’inizio della guerra, continua ad essere sfornata in Russia. Ma scorporando la società di Mosca dal gruppo statunitense, sia chiaro.. D’altronde nelle scorse settimane la Russia ha indicato quali prodotti atlantisti possono continuare ad essere importati attraverso le consuete triangolazione. Certo, bisogna riconoscere una percentuale di guadagno agli intermediari, ma i negozi russi non si sono svuotati. E la pizza americana continua ad essere divorata.