Raggiungere gli obiettivi ambientali e sostenere i piccoli agricoltori: ecco due delle più importanti sfide che la nuova politica agricola comune (Pac) dovrà affrontare. Colonna portante del sistema economico Ue, la Pac post-2020 è alle prese con un profondo processo di riforma ed entrerà in vigore nel 2023. Molteplici gli interessi in gioco. Mai come ora Bruxelles dovrà trovare una sintesi fra ambizioni del Green Deal europeo e rilancio economico del settore.
Intanto il Consiglio Agricoltura, che riunisce i relativi ministri dei Paesi membri, ed il Parlamento Ue, hanno votato le proprie posizioni da portare avanti nei negoziati con la Commissione europea. Le tre istituzioni dovranno giungere ad una riforma definitiva. Tra i punti rilevanti, la riunione dei ministri ha stabilito che il 20% dei pagamenti europei diretti agli agricoltori – il primo pilastro Pac – dovrà essere destinato dagli Stati alle politiche verdi, tramite eco-schemi.
Si tratta di politiche quadro (da qui, schemi) che rispettano – e superano – i requisiti minimi richiesti dall’Ue in tema di contrasto al cambiamento climatico e riduzione delle emissioni. Una sorta di ‘misure superverdi’ da attuare su base nazionale, le quali premieranno, con maggiori aiuti, aziende agricole virtuose nel rispetto delle norme ambientali. Oltre si è spinta l’Aula comunitaria, sancendo, nel testo approvato, che questi fondi siano almeno il 30% di tutti i pagamenti diretti.
Misure che, tuttavia, non sono bastate ad attenuare le critiche da parte dei Verdi e di molte associazioni ambientaliste, le quali bocciano l’attuale riforma Pac. Quella votata in Aula “è una proposta inadeguata per gli obiettivi del Green Deal Europeo – dichiarano gli eurodeputati Verdi, quarta forza a Strasburgo – specie riguardo al minor uso di pesticidi, fertilizzanti e all’aumento della biodiversità”.

Sotto esame anche la modalità di erogazione dei fondi: al netto del 30% destinati ad operatori virtuosi, la proposta sul tavolo prevede, perlopiù, sussidi a sostegno del reddito degli agricoltori, non legati agli obiettivi ambientali. Critiche respinte dalle tre maggiori forze a Strasburgo – popolari, socialisti e liberali di Renew Europe – che hanno votato a favore del testo, blindandolo dalle modifiche richieste dagli altri gruppi.
Sulla stessa linea dei Verdi, pare essersi allineata la Commissione europea. “Faremo saltare il tavolo – ha tuonato il vice commissiario Frans Timmermans – nel caso in cui l’accordo finale non fosse in linea con gli obiettivi della politica ambientale dell’Ue, l’European Green Deal”. Un’uscita, ritrattata poco dopo, non priva di contraddizioni. La proposta oggetto di discussione fra Consiglio e Parlamento è proprio quella della Commissione, avanzata nel 2018. Quando ancora il Green Deal europeo non era realtà, ma i cui obiettivi si vorrebbero ora includere nella nuova Pac.
Nel mezzo anche le preoccupazioni dei piccoli agricoltori, che in Italia rappresentano la maggioranza del comparto. Basti pensare all’acceso dibattito sulla ripartizione dei fondi: con la nuova Pac, ad oggi, questi restano assegnati in proporzione agli ettari, tralasciando altri fattori. I pagamenti per ettaro favoriranno – fanno notare alcuni osservatori – le grandi aziende a scapito delle piccole. Piccoli agricoltori già in costante declino, come fotografa una rilevazione Eurostat del 2019: in undici anni, il numero delle imprese agricole nell’Ue è diminuito di circa il 25%, in Italia del 34%. Tradotto, significa perdite per oltre mezzo milione di euro.

Le questioni sul tavolo della nuova Pac sono per questo diverse e lontane, al momento, da una soluzione. Tanti gli interessi delle associazioni di categoria, lobby e gruppi politici, come risulta evidente dal numero di emendamenti, quasi 2000, presentati durante l’approvazione del testo del Parlamento Ue. La Pac post-2020 rappresenta, con 357 mld, un terzo del bilancio settennale dell’Unione 2021-2027. Più, a titolo di confronto, dei 209 miliardi del Recovery Fund. Ma per la madre di tutte le politiche comuni europee, nata nel 1962, il processo di riforma si annuncia tutt’altro che breve.