Il 2019 è da poco iniziato e sento la necessità di palesare il mio personalissimo pensiero circa la situazione non politica bensì sociale del Paese in cui vivo e in cui lavoro.
Il Movimento 5 stelle, contro ogni previsione, ha fatto il BOOM alle elezioni nazionali, conquistato molte importanti città del nostro amato stivale e certamente causato un vero e proprio terremoto, uno scossone alla vecchia politica italiana; i principali partiti politici “esplodono” in mille pezzi, non v’è più una linea politica, solo inutili faide dettate da spiriti esibizionistici e figli della sola avidità personale di qualche politico di farsi strada all’interno di un presunto quanto allettante vuoto ideologico… e allora nascono correnti, partiti, movimenti, nuovi leader che durano il tempo di uno sbadiglio e presentano la struttura di un castello di carte.
Il nuovo ha certamente spazzato via il vecchio che non è capace né a rimettersi in piedi né tanto meno a ruggire ed apparire almeno credibile… bandiera bianca!
Il popolo vuole il nuovo, vuole l’onestà, “basta le solite facce corrotte” e quindi vota CONTRO; non vota un programma, non vota un progetto, vota contro!
L’insoddisfazione della pochezza politica genera rabbia e spesse volte chiama altra pochezza, forse ancora peggiore… ma questo lo rivelerà solo il passare del tempo.
E voilà in un deserto di idee ecco farsi largo i pubblicitari della politica, soggetti che urlano proclami ma non costruiscono nulla, partiti e movimenti che in modo superficiale e qualunquistico, cavalcando ad hoc drammi e secolari problematiche del nostro paese, senza alcuna riprova fattiva promettono cambiamento e crescita senza però sapere come mantenere ciò che si è affermato, promesso, sottoscritto…
Non c’è più un “programma” per il lungo periodo, si pensa solo al domani, alle prossime amministrative, alle prossime europee… e quindi via al valzer degli slogan propagandistici “si al reddito di cittadinanza”, “si alla chiusura delle nostre frontiere”, “NO alla Tav” “basta alla politica corrotta” “Italia via dall’Euro” e via enumerando.
E il Popolo che fa? Aspetta a bocca aperta… con la bava alla bocca… “lasciamoli lavorare”, “il nuovo che avanza” “tanto peggio di quelli di prima”…
Ma attendendo, l’Italia si sta trasformando, utilizzando il parallelismo con il personaggio creato da Buzzati, in Giovanni Drogo ossia un soggetto che attende un “grande cambiamento” che non arriverà mai… attesa che lo condurrà a morire insoddisfatto e solo…
Questo mio personale pensiero non nasce da una vicinanza con un qualsivoglia colore politico contrario o contrapposto agli attuali reggenti bensì alla mera e sola osservazione del corso delle cose…
Dove sta andando l’Italia? Ogni settore è in crisi, già lo eravamo anche prima, eppure oggi mi sembra che si sia spento quello spirito propriamente italico di voglia di rinascita lasciando il passo ad un’attesa in un “aiuto” dall’alto… NON un progetto di ricrescita, di incentivo a fare di più e meglio, bensì un incentivo ad essere ultimi e quindi ad essere aiutati…
Non ci interessano più le nostre aziende, non ci interessano più la nostra istruzione, la ricerca, la sanità, le nostre infrastrutture, il nostro futuro, i giovani, la disoccupazione, i terremotati, il ponte di Genova… ora l’attenzione è spostata su altro: la tesserina per il reddito di cittadinanza, quota 100, chiudiamo le frontiere, odio verso l’Europa… e per ottenere ciò si passa sopra tutto, non c’è copertura economica? NON importa! INPS e INAIL non sono d’accordo con Noi? Li commissariamo! L’Europa non approva la manovra economica? NON importa, non votiamo il bilancio europeo…
Ma i veri problemi dell’Italia chi sta provando a risolverli? Nessuno, proprio per quello dobbiamo tornare ad essere noi ad occuparci della “cosa pubblica”, perché tornare a pensare all’Italia significa tornare a pensare a Noi stessi… bisogna sempre ricordare che l’indifferenza e l’egoismo sociale portano recesso economico e morale.
Vorrei un’Italia che spera di tornare a far comprendere il suo ruolo in europa e nel mondo, che voglia reinventarsi e non un Paese che vuole solo dire NO e sperare a “campare”.
“Io speriamo che me la cavo”, sebbene sia un film che amo profondamente, non può essere il claim per il mio Paese.
Non sono contro i Grillini e non sono contro Salvini (non parlo di Lega perché l’uno senza l’altro non sarebbe nulla), sia ben chiaro, sono solo contro chi aspetta scioccamente che qualcosa di “eterno” scenda sulla propria testa e risolva i tanti problemi che hanno messo in ginocchio il nostro Paese. Eppure sono contro anche coloro che non fanno niente e si limitano a dire “povera Italia”!
L’opposizione è debole e la sua voce risulta flebile e poco convinta, la società civile non entra in campo perché onestamente bisognerebbe “rischiare” la faccia senza un vero tornaconto e poi perché i progetti, quelli seri, non piacciono più, perché se si guardano i sondaggi il 61% degli Italiani è felice di questo Governo e di questa Italia e quindi tutti in fila ai Caf in attesa del tanto agognato reddito di cittadinanza… che peraltro doveva arrivare il 1 gennaio 2019 e le tessere erano già in stampa!
Per questo motivo, al netto del Vostro credo, Vi auguro di tornare a pensare e ragionare, spero possiate ritrovare la voglia di cadere e di rialzarvi e di sperare che qualcosa che si è fatto e si è costruito con le proprie mani funzioni e abbia successo, vi auguro di ritrovare l’intelligenza di analizzare in modo critico ciò che viene proposto e vi auguro di tutto cuore di tornare ad essere un’Italia libera di pensare.