Eppur si muove. No, non la Terra ma la politica italiana. Strano ma vero. In realtà non è per nulla strano. Perché la politica italiana è caduta talmente in basso da avere un assoluto bisogno di un cambiamento radicale. Nelle persone e nelle idee.
Il nulla cosmico che sta caratterizzando la scena politica è ormai imbarazzante, inaccettabile.
Con la scusa dell’emergenza si sono affidati i pieni poteri ad una squadra di dittatorelli dello Stato Libero di Bananas che hanno evidenziato limiti imbarazzanti. Ma il fatto stesso che l’opposizione non sia stata in grado di contrastare questa deriva dimostra l’assoluta inconsistenza dell’intero centrodestra.
Certo, a livello regionale è emerso Zaia come buon amministratore, magari ottimo. Ma si continua a confondere l’amministrazione locale con la politica che dovrebbe essere legata ad una particolare visione del mondo e della società. I veneti sono fortunati ad essere guidati da Zaia, ma la Serenissima era un’altra cosa. Magari il governatore del Veneto ha anche la capacità di guardare oltre l’ordinaria amministrazione, ma deve ancora dimostrarlo, sempre che gli interessi e non preferisca occuparsi di guidare al meglio la sua terra.
In ogni caso ciò che non manca è il tempo per riflettere, per pensare a nuove aggregazioni politiche, per stringere alleanze. Persino per predisporre dei programmi politici, praticamente un tabù in questa Italia. Il lìder minimo ha imposto il rinvio delle elezioni amministrative. E per le politiche l’idea è di andare al voto solo quando i sondaggi indicheranno che il centrosinistra è in vantaggio. Ce lo chiede il virus.
Così, anche se non si notano, i movimenti sotterranei sono continui. Qualche nuova aggregazione potrà iniziare a manifestarsi in occasione delle elezioni comunali del prossimo anno, Mattarella permettendo. I partiti tradizionali hanno ampiamente deluso, hanno perso ogni credibilità anche grazie a candidature ridicole e poi, arrivati al potere, grazie a nomine vergognose. Non tutti sono disposti ad accettare la riproposizione di vecchi schemi che non funzionano più, di nomi inaccettabili.
Si stringono accordi, si preparano programmi e, qualcuno, è già proiettato verso le elezioni politiche. Con la certezza che i partiti tradizionali saranno gli ultimi ad accorgersene.
1 commento
Magari! Ma riusciranno a presentare le liste nello Stato libero di Bananas? Avranno programmi veri? O saranno i programmi del condominio dei 5*? Avranno leaders non comprabili? E soprattutto non sarà ormai troppo tardi? E dove discuteranno? Su Facebook? Il virtuale mi è già venuto a nausea.