La rottura dell’Asse Carolingio tra Parigi e Berlino ha ingolosito qualcuno che aspira a diventare la terza potenza Europea grazie al sostegno di Washington e Londra. No, non l’Italia, perché il circolo della Garbatella non è stato neppure preso in considerazione dai padroni d’Oltreoceano e di Oltremanica. Ma la Polonia, divenuta ormai la punta di diamante dell’offensiva statunitense contro l’Europa.
Varsavia è in una posizione estremamente favorevole, in questa fase, e intende approfittarne. Perché, a differenza dell’Italia, continua ad essere un percettore netto dei finanziamenti europei mentre l’Italia paga più di quanto riceve. A Bruxelles erano intervenuti con tagli alle elargizioni per punire il governo di Varsavia per le sue prese di posizione sull’aborto e sui gay, oltre che sulla spartizione dei clandestini sbarcati in Italia o in Grecia. Ma la guerra in Ucraina ha cambiato le carte in tavola: la Polonia è ora l’avamposto nell’offensiva atlantista contro Russia e Bielorussia e si è anche fatta carico dell’accoglienza degli ucraini in fuga. D’altronde l’Ucraina occidentale è etnicamente polacca.
Approfittando della situazione e del sostegno angloamericano, Varsavia vuole porsi ora come terzo polo europeo, a fianco di Parigi e Berlino. Diventando il punto di riferimento dell’intera Europa orientale ma proiettandosi anche verso l’Italia. Il progetto dei Tre Mari, dunque. Baltico, Mar Nero e Adriatico, con la Polonia che guarda alla propria influenza sulla Croazia, sull’Ucraina e, in prospettiva, sulla Bielorussia post Lucashenko. Ovviamente tutto ciò presupporrebbe una sconfitta di Putin ed un allineamento dei bielorussi ai voleri polacchi nonostante le abissali differenze anche etniche.
Il cinismo di Varsavia però non si cura di questi piccoli particolari. E, anzi, i polacchi hanno già iniziato a lamentarsi contro presunte interferenze tedesche nei territori scippati dalla Polonia alla Germania dopo la fine della guerra. Interferenze economiche e culturali, senza alcuna rivendicazione territoriale. Ma per alzare il livello della polemica va bene tutto.
Ovviamente se i padroni angloamericani puntano sulla Polonia, il servilismo di Roma diventa completamente inutile per l’Italia. Che con l’accoppiata Tajani/Crosetto sparisce dalla scena internazionale. Si litiga con i francesi, non si combina nulla con i tedeschi, con i greci l’unico fronte in comune è quello delle tangenti del Qatar, ci si fa fregare un ruolo di rilievo dai polacchi che hanno un terzo degli abitanti in meno rispetto all’Italia. E si continua a versare soldi a Bruxelles per finanziare proprio i polacchi.