Uscite dal Mondo. Mi sembra, ma la memoria può essere imprecisa (certo, alla tua età…starà già commentando il Direttore), che fosse il titolo di una raccolta di scritti di Elemire Zolla. La lessi molti, moltissimi anni fa. Quando ero un lettore molto più onnivoro di oggi. E, soprattutto, avevo più tempo.
Parlava di come uscire dal mondo ordinario. Quello della, usuale, quotidianità. Evadere, non cercando come in genere si fa, delle distrazioni, dei divertimenti, dei modi per stordirsi. Ottundersi, e non pensare. No. Zolla parlava proprio di…porte. Attraverso le quali sarebbe possibile uscire davvero dalla gabbia della percezione ordinaria. Ed entrare in un’altra…beh, in mancanza di meglio, diciamo dimensione.
Suggestivo. O, per lo meno, tale mi apparve. Anche se, a ripensarci bene, faceva un gran minestrone. Schopenhauer e gli sciamani. Le droghe e le realtà virtuali, Pirandello e e lo yoga tantrico…insomma tradizioni esoteriche, filosofie orientali e occidentali, e…Matrix. Ma molto prima che Matrix venisse anche solo concepito…
Però Zolla era un grande affabulatore. Un narratore di razza, come ve ne sono sempre meno. Non insegnava. Perché non era un Maestro, né si poneva come tale. Ma risvegliava la…curiosità. E non è cosa da tutti…
Con gli anni, sono venuto convincendomi che su un punto, o meglio sul punto centrale di quei saggi, avesse davvero ragione. Questo mondo, la nostra realtà quotidiana, è una sorta di prigione. Massiva. Sempre più cupa. Opprimente e costringente. Sembra un incubo di Edgar Allan Poe. Una stanza buia. E le pareti che, man mano che passa il tempo, vanno stringendosi intorno a te. Ti tolgono l’aria. Ti riducono in uno spazio sempre più ristretto. Finiscono con lo schiacciarti. Stritolare i tuoi sogni. Annichilire la tua anima.
Qualcosa che tutti più o meno, sperimentiamo nel corso della vita. Vedendo, appunto, la vita divenire mera esistenza. Gesti meccanici. Abitudini. Obblighi…
Tuttavia esistono delle uscite. Delle porte sull’altrove. Possiamo uscire. Andarcene. E non sto parlando di quelli che dicevano alla moglie “Vado a comprare le sigarette…” e poi svanivano. Un’isola nei mari del Sud… La Legione, per i più avventurosi…
Sono uscite, porte segrete. Che si celano in qualche anfratto di quel complicato labirinto che è la nostra mente. O psiche. O anima. O come diavolo volete chiamarla.
Io preferisco labirinto. Perché mi dà sempre più l’impressione di essere un dedalo indecifrabile. Dentro al quale, in qualche corridoio remoto, si agita furente Asterione. Meglio noto come il Minotauro. Mezzo uomo e mazzo bestia. Che, vedendo ciò che gira per la strada di questi tempi, tutto sommato non mi sembra una compagnia tanto malaccio..
Però, vi sono anche certe porte, come dicevo. Porte nascoste, che danno sull’altrove. E senza rischiare il folle volo di Icaro. Che è solo illusione. Allucinazione. Come per coloro che cercano vie di fuga negli stupefacenti. O in altre schifezze…
No. Queste porte sono ben altra cosa. E non sono, in apparenza, niente di eccezionale. Non hanno portali istoriati con, oscure, incisioni runiche. O con mostruosi Gargoyle, Basilichi, Salamandre… Soprattutto, non ci sono Draghi a guardia di un qualche tesoro… E, come potrete capire, che non vi siano Draghi è cosa di gran conforto…
Le porte ognuno deve scoprirle per suo conto. E, tutto sommato, senza lambiccarsi troppo. A volte, la via per uscire è lì. A portata di mano. Sotto gli occhi. Solo che siamo troppo presi da altro. Paure, preoccupazioni. Ansie. E non la vediamo.
Mentre scrivo mi trovo a Baselga, nel Pinetano. Per una serie di incontri de “Il Nodo di Gordio “. È un luogo che mi è, ormai, usuale. Da molti anni. È mattina presto. Siedo sulla terrazza del Posta, nella frazione di Montagnaga. E guardo i boschi, pervasi dal Sole. Ieri sera, avevamo tirato tardi sul lago di Baselga. Alla Spiaggia, come la chiamano qui. L’altopiano è silente. Luminoso. L’aria tersa. Lascio vagare lo sguardo. Non ho voglia di pensare. Non i pensieri usuali, per lo meno. E sinceramente non avrei neppure voglia di scrivere (e te pareva, dirà il Direttore, che però dorme ancora lui…).
Sento una, insolita, libertà. Leggerezza. Forse, per me questo luogo è un’uscita. Una porta sull’altrove.
Spero solo che non sia illusione. L’errore di Icaro…