Fomentare, verbo transitivo. Suscitare passioni, inclinazioni, azioni dannose o riprovevoli.”f. l’odio”. Però suona bene. Ed allora è inevitabile che uno dei partecipanti all’ennesimo programma spazzatura, Temptation Island, si sia innamorato di un termine usato a casaccio, in forma riflessiva, per ogni circostanza. Chissà cosa avrebbero scritto Fruttero & Lucentini, autori del libro “La prevalenza del cretino”.

Adesso, ovviamente, tutti sono diventati assolutamente intelligenti, come ha recentemente sostenuto uno dei responsabili dell’abolizione delle classi differenenziali dove venivano collocati i bambini ed i ragazzi che non riuscivano a seguire i programmi scolastici. Dunque Il cretino non esiste, tutti hanno un QI superiore a 130, però l’ignoranza dilaga. Sicuramente Canale 5, che trasmette Temptation Island, avrà difficoltà a trovare partecipanti con simili carenze a livello di istruzione di base, però ci riesce ogni anno: chapeau! Ed i protagonisti sono davvero bravi a simulare una ignoranza crassa che, evidentemente, non fa parte della loro realtà quotidiana.Non soltanto a livello lessicale, ovviamente. Perché è anche una ignoranza umana, dei sentimenti. Il giochino – di altissimo livello culturale come ogni programma della rete principale di Mediaset – prevede che a partecipare siano coppie che, nella località della trasmissione, vengono separate. Maschi da una parte e femmine dall’altra. Ma in ognuno dei due villaggi vengono collocati tentatori e tentatrici, rigorosamente single, che hanno il compito di mettere in crisi le coppie.

Probabilmente, dopo l’approvazione del ddl Zan, il programma andrà rivisto completamente: come si può accettare l’idea che una ragazza sia tentata da un maschio ed un ragazzo sia irretito da una femmina? Senza altri generi sessuali coinvolti?Nel frattempo si prosegue con discorsi di una banalità sconcertante. Il problema non è che i tentatori e le tentatrici riescano quasi sempre nel loro intento: fatti loro. Il problema, grave, è che questi personaggi hanno un ruolo nella vita di tutti i giorni. Hanno un lavoro, svolgono una professione, sono i vicini di casa di tutti noi. Come si fa a credere ad una sola parola di Mattarella, di Draghi, di Gentiloni a proposito della ripresa italiana se gli italiani medi sono quelli presentati da Canale 5? Su quali basi si vorrebbe rilanciare l’Italia? D’accordo, la tutela della cultura non rientra tra le professioni dei partecipanti. Ma si può pensare ad un commercio internazionale affidato a chi “si è troppo fomentato” con i pesi? Ci si può illudere sulla qualità, sulle eccellenze, sulla competitività delle nicchie se non si è in grado di affrontare un discorso banale senza infarcirlo di strafalcioni e di assurdità. Certo, il senso di questi programmi spazzatura è proprio quello di offrire agli spettatori la possibilità di sentirsi migliori, più preparati, più intelligenti. Poi, però, il sistema mediatico tenta di trasformare i “fomentati” in personaggi seguiti da un esercito di persone. Perché dopo la fatica di averli sopportati, non si può cacciarli subito. Non si butta via niente, come per il maiale.