“Ho visto una rondine, stamattina. Volava sopra la mia casa….”
Guardiamo tutti Michele. Per un attimo distogliendo gli occhi dal video. Siamo da Enzo, a guardare Roma vs Lecce. E a bere una birra…
“Cosa ti eri bevuto a colazione? Grappa? Una rondine con questo freddo….”
In effetti sarà una settimana che le temperature stanno un bel po’ sotto lo zero, oggi -8 alle dieci. Decisamente non proprio tempo da rondini….
“No. Era proprio una rondine. L’ho vista bene…” fa Michele scuotendo il capo.
“Allora la grappa doveva averla bevuta lei…la rondine”. Ridiamo… e torniamo alla partita…

E invece aveva proprio ragione lui. Stamattina, improvvisamente, il vento è girato. Fresco, non più freddo e gelido. Zefiro turba e il bel tempo rimena…
Oggi l’aria è tiepida. Non proprio primavera… ma un presagio, questo almeno sì…. D’altronde alla Candelora, faceva freddo, ma splendeva il sole. Niente pioggia o vento. E quindi….
Certo, la mattina è freddo ancora. Ma, sul farsi del mezzogiorno, viene un bel sole caldo. E il tepore è così piacevole che verrebbe voglia di sedersi all’aperto. Per l’aperitivo, se non per pranzare.
Le montagne, poi, sono davvero uno spettacolo. Ancora coperte di neve sino a bassa quota, scintillano di luce. Rosate nel tramonti, un rosso più cupo sul farsi della notte. Nel meriggio un incanto dorato.
La fantasia, sempre in agguato e forte di memorie e citazioni di vecchie letture, comincia a risvegliare immagini perdute. Dimenticate nell’afa dell’ultima estate. E poi, quassù, tra piogge e nevi.
Botticelli. Sarà banale, ma per me le sensazioni, emozioni, di primavera sono tutte lì. In quel dipinto.
Le Grazie, che con la loro danza effondono armonia. E profumi di fiori che mi sembra, quasi, di avvertire nelle narici. Flora, che incede con passo leggero. Passo di danza.
Flora che viene generata dagli amori di Zefiro, che aleggia su tutta la scena, e la ninfa Clori….. Venere e Cupido. Mercurio alato, col caduceo. Che guarda verso una, insondabile, lontananza.

Innumeri le interpretazioni.. da quella, canonica, del Warhburg alle altre, filosofiche, storiche, financo politiche. E innumeri le citazioni. Le fonti. La filosofia d’Amore del Ficino, e le Stanze, incompiute, del Poliziano. Il Pervigilium Veneris e Ovidio… Un labirinto di nomi. Simonetta Cattaneo, la donna più bella del ‘400. Semiramide Appiani. E tante altre. E i principi di Casa Medici.. le grandi città del nostro Rinascimento e l’allegoria di quella, incredibile, architettura che fu la politica degli equilibri…
Ma quello che mi viene in mente, ora, è il Giardino. Il Giardino delle Esperidi. Remoto. Inaccessibile all’umano….
Eppure basta una rondine, il mutare del vento. Un profumo di fiori… e di quel giardino avverti la presenza. O, per lo meno, il presagio.
La prima rondine è speranza di primavera . E la Primavera è, nella sostanza, speranza. Tutto, in fondo, è possibile, se la Natura rinasce dopo tanto gelo.
Le porte del Giardini si possono aprire per una folata di vento. Per il soffio di Zefiro.
Nel sole di oggi, senti dissolversi il freddo. E il senso di solitudine.
Il futuro… chissà… eppure, mi dice il vento che tutto è possibile.
Mi accendo la pipa. E, senza motivo, sorrido.