“Io li arresterei”. Probabilmente tutti gli italiani onesti – pare ne esistano ancora pur se in via d’estinzione – hanno concordato, nel profondo, con la provocazione del ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, riferita a tutti quei sindaci che permettono di costruire nelle zone a rischio dei rispettivi comuni o che fingono di non accorgersi delle abitazioni completamente abusive. Gli stessi sindaci che sono poi in prima fila nel pretendere i soldi prelevati dalle tasche della gente onesta per pagare i danni provocati dalla mancata vigilanza.
Ovviamente, contro Pichetto, è subito intervenuto Salvini che ormai parla di qualsiasi argomento pur di evitare di affrontare la crisi della Lega. Dunque, secondo il Matteo declinante, non solo i sindaci non andrebbero puniti ma andrebbero sgravati dal peso di questi problemi. Senza specificare, ça va sans dire, chi dovrebbe occuparsene. Altrettanto scontato l’intervento anti Pichetto di Daniela Garnero in Santanchè. Uno scontro tutto subalpino. Ma comprensibile: se si cominciano ad arrestare i sindaci, poi si finisce con il non poter più cementificare le coste.
Ma in tutto questo bailamme, dal mondo del lavoro pubblico arriva un invito a non considerare i disastri ambientali come un evento negativo per la classe politica, ad ogni livello. E non soltanto per eventuali tangenti legate ai maggiori costi ed ai minori vincoli per gli interventi di emergenza dopo i disastri. Ma anche per un banalissimo problema di visibilità personale. Gli uffici tecnici dei comuni – assicura chi ci lavora – predispongono studi e progetti. E lo stesso avviene a livello ministeriale.
Però tutto resta chiuso nei cassetti e, spesso, il denaro destinato a questi interventi viene dirottato su altre opere che garantiscono maggior visibilità ed anche maggior apprezzamento da parte della popolazione. Perché è più facile entusiasmarsi per un nuovo campo sportivo piuttosto che per una tubatura che permette il deflusso delle acque. E quando il disastro ambientale diventa realtà, il politico locale assurge a notorietà nazionale, magari anche internazionale. Mentre nessun tg, neppure regionale, dedicherà un servizio alla posa di una tubatura.
Quanto poi alla mancata vigilanza sulle costruzioni abusive, o alla concessione di costruzioni in aree a rischio, è vero che poi il sindaco si ritrova spesso bloccato dalla magistratura. Ma tentare di far rispettare le regole non è vietato. Magari è scomodo, poiché nei centri più piccoli ci si scontra con parenti ed amici mentre nelle grandi città si devono fare i conti con i potentati locali che hanno fatto eleggere il sindaco. Però gli interessi economici di amici, parenti e gruppi di potere non giustificano i morti per i disastri provocati da questi comportamenti.