Tripoli 69: un brano di Del Prete e Pallavicini con musica di Paolo Conte portato al successo da Patty Pravo nel 1968, un anno prima del colpo di Stato di Gheddafi sostenuto dai servizi segreti italiani. Un brano politicamente scorretto, che si chiude con la musica “colonialista” di Tripoli bel suol d’amore, quella che avverte “sarai italiana al rombo del cannon”. Che fortuna avere a che fare con la crassa ignoranza Rai che trasmette il brano in prima serata sul Rai 1 in uno special dedicato a Nicoletta Strambelli, ossia la mitica Patty!

Ma a scandalizzare la Rai in versione boldriniana/piddina/pluristellata avrebbe dovuto contribuire non solo l’omaggio alla conquista italiana del 1911 ma, soprattutto, il testo della canzone di Patty Pravo: “Perché un uomo, senza battaglie, non può sentirsi un uomo..”. Oddio, come si può lasciar filtrare simili messaggi in un’era di terrore obbligatorio? Come possono tollerare un simile testo le spie da balcone?
Ma, più in generale, come si può accettare una trasmissione in prima serata su una donna che, da bambina, incontrava Ezra Pound per le calli di Venezia? Chiunque dotato di un quoziente intellettivo almeno modesto capirebbe che, tutt’al più, la passione per il grande poeta americano – ingabbiato dagli statunitensi per aver osato sostenere Mussolini – poteva essere riferita alla nonna di Nicoletta e che non si estendeva in automatico alla nipotina condotta a passeggio. Ma nell’Italia antifà anche le scelte delle nonne ricadono sulle nipoti.

Ma la nonna, passeggiando per Venezia, si fermava a ciacolare anche con il Patriarca, che sarebbe diventato poi Giovanni XXIII. Una colpa ancora maggiore, in questo periodo. Perché offre l’immagine di bambini che possono confrontarsi liberamente con grandi poeti, con futuri Papi. Senza filtri, senza schieramenti di gorilla, guardie del corpo, addetti stampa. Senza distanziamento sociale. Si impara anche da pochi minuti con i “grandi”, e si impara di più che con ore e ore di didattica a distanza affidata a totali ignoranti privi di ogni grandezza.
Per fortuna questa parte della formazione infantile di Patty Pravo viene abitualmente ignorata. Per non dare il cattivo esempio, per non creare illusioni, per non provocare fughe dalla rassegnazione quotidiana. Una bambina che cresce libera, che si abitua a parlare con grandi personaggi, rischia di diventare una donna libera, indipendente, magari anche eccentrica ed eccessiva. Ma sempre libera.

Chi cresce con le barriere boldriniane, libera non sarà mai. Risentita, frustrata, polemica, ma non libera. Perché ascoltare Saviano e Fazio è diverso da conversare con Pound e Roncalli. Per fortuna in Rai non sanno chi siano gli ultimi due..