Ci sono luoghi affascinanti, ricchi di storia e di suggestioni, che restano assurdamente fuori dai percorsi classici del turismo. Indubbiamente la Rocca di Arignano, a soli 22 km dal centro di Torino, non è un luogo per tutti. Una rocca medievale, miracolosamente sopravvissuta a sette secoli di oblio e di incuria, non è il posto ideale dove far pascolare le mandrie di turisti in astinenza da shopping ed alla ricerca di località alla moda dove farsi fotografare per farsi invidiare dagli amici.
In un mondo politicamente corretto, alle prese con la cancel culture, non ha senso proporre la visita ad una Rocca che trasuda storia millenaria e leggende sanguinarie. Come quella relativa ad un pozzo interno, molto profondo, che avrebbe avuto sul fondo un macchinario con numerose lame per squarciare i malcapitati che venivano gettati a tradimento. Leggenda, forse, però Luca Veronelli, proprietario della Rocca, spiega che durante i lavori di restauro sono stati trovati, in fondo al pozzo, dei resti di una struttura metallica..
Ma l’intera storia della Rocca è affascinante. Ed i restauri, costosissimi ed altrettanto accurati, la riportano in vita. Con mura che risalgono a prima dell’anno Mille e poi con gli interventi del 1100 e gli ultimi del Trecento. Grandi progetti, quelli trecenteschi, però abbandonati e la Rocca ha dormito per tutti i secoli successivi, mentre i nobili a cui apparteneva costruivano un palazzo a fianco. Questo, però, ha permesso di evitare alla Rocca la trasformazione abituale da struttura militare in palazzo di piacere.
I nuovi proprietari, Veronelli e la moglie, in totale accordo con la Soprintendenza, hanno recuperato la Rocca, conservando anche una grande radice di uno degli alberi che erano cresciuti sin sulla cima della fortificazione. E ne hanno ricavato un piccolo hotel di charme, con sole sei stanze di grande fascino; un ristorante che elabora i piatti del territorio sotto la supervisione dello chef Ugo Alciati e con Fabio Sgrò come chef executive; una scuola di cucina; varie sale per convegni, incontri di lavoro, feste private.
Il tutto in un ambiente rigorosamente medievale, compreso l’arredo. Ma chi si ferma alla Rocca anche solo per approfittare della cucina, deve assolutamente uscire sulle terrazze o sugli antichi camminamenti dei soldati per ammirare un panorama che è spettacolare senza alcun bisogno di uno skyline di grattacieli e ciminiere. Meglio, molto meglio, le Alpi, le colline e le pianure di questo scorcio del Piemonte. Per molti, ma non per tutti.