Nel panorama editoriale italiano capita a volte di imbattersi casualmente in qualcosa di veramente particolare.
È il caso di Libro dei Fulmini di Matteo Trevisani, il romanzo d’esordio di un giovane autore romano di adozione, ma originario di San Benedetto del Tronto, pubblicato dalla piccola (ma meritevole d’attenzione) casa editrice Atlantide.
Si tratta di un libro particolare, dicevamo, perché può essere letto a livelli differenti.
Innanzitutto si tratta di un thriller: il protagonista, infatti, si districa in una serie di vicende che lo porteranno a sciogliere un mistero.
Ma allo stesso tempo è anche il resoconto di un viaggio iniziatico, alla maniera dei migliori romanzi di Gustav Meyrink, che attraverso gli antichi riti pagani in auge nella Roma classica, conducono un giovane ricercatore che ha lo stesso nome dell’autore all’interno di un mondo che parrebbe dimenticato da secoli ma che, forse, sopravvive tra le antiche pietre dell’Urbe.
Di conseguenza il romanzo diventa anche una singolare guida ai luoghi più misteriosi di una città che è quotidianamente invasa da torme di turisti che girano, si guardano intorno ma non vedono se non la superficie di una città che, al contrario, nasconde in sé meraviglie sconosciute e sorprendenti.
L’autore si dimostra un attento osservatore e conoscitore di questi luoghi misteriosi, che spesso non sono neppure citati nelle guide più diffuse, a causa della loro difficile accessibilità.
“A Roma tutto quello che c’è di vero sta sottoterra” dice Trevisani, che aggiunge: “Quando cominci a scender nelle cavità ipogee, allora ti rendi conto che devono esserci molte più cose dimenticate di quante in realtà se ne conoscano”.
Ed ecco che questi luoghi misteriosi, ma reali e rigorosamente documentati, riaffiorano da queste pagine e spingono il lettore a ricercarli sulle mappe e magari ad andarli a cercare di persona.
Se un difetto questo romanzo ha ciò consiste nella sua difficile reperibilità.
Il sottoscritto lo ha ordinato on line circa un anno fa e lo ha ricevuto soltanto all’inizio del mese di novembre. Ciò forse è dovuto al fatto che l’editore, che ha stampato il volume in 999 copie numerate, ha voluto prima accertarsi che i principali distributori avessero ricevuto un certo numero di ordini prima di ristamparlo. Una sorta di crowdfunding al contrario, insomma.
Tuttavia l’opera di Trevisani vale la pena di essere ricercata e letta, anche da parte di coloro che non sono appassionati, sia pur a livello teorico, di scienze occulte.
La storia è affascinante e inquietante al tempo stesso. Per di più è scritta bene e l’edizione è curata e raffinata: cosa che oggi non capita poi così spesso.
E se non altro vi farà conoscere un modo nuovo di guardare alla capitale.