Era scontato che le sinistre sbroccassero di fronte alla vittoria del destracentro. Le sinistre italiane, ovviamente, perché il successo (di “corto muso”, come direbbe un sopravvalutato allenatore toscano di calcio) delle destre in Svezia non ha provocato particolari crisi di nervi. Nella Penisola, invece, sì. Non tutti, ovviamente, si sono disperati. Ci sono già pattuglie di intellò ex gauchisti che hanno scoperto che Giorgia Meloni è alta, buona, tollerante e, immancabilmente, antifascista. Stanno già organizzando la manifestazione del 25 aprile da celebrare insieme.
Gli altri, invece, hanno dato di matto. La Russa al Senato? Vergognoso! Uno che si chiama Ignazio Benito non può fare il presidente del Senato. E Fontana alla Camera? Inaccettabile: non solo è cattolico, ma addirittura eterosessuale. Potrà mica rappresentare la terza carica dello Stato. Poco importa se i discorsi di insediamento sono stati tutto tranne che divisivi. Se gli unici delusi sono stati i sostenitori di sempre.
Alla gauche dei chierici non basta. Non basterà mai. Più la destra concederà e più aumenteranno le richieste di abiura. Le pretese e l’indignazione se i vincitori delle elezioni non obbediranno prontamente a chi è stato bocciato dal voto degli italiani.
Fino a che l’indignazione passa attraverso la satira dei comici televisivi, va tutto bene. Qualcuno fa ridere ed altri meno. Ma poi inizia il piagnisteo dei chierici, la sofferenza social per qualsiasi presa di posizione difforme rispetto al politicamente corretto tanto caro alla gauche quinoa. E siamo solo agli inizi. C’è solo da immaginare cosa potrà succedere quando il governo si insedierà. Ogni curriculum di ministri e sottosegretari verrà passato al setaccio. I chierici riusciranno a scandalizzarsi se scopriranno che, da bambino, un neo ministro ha sbagliato un rigore in una partita scolastica; che una sottosegretaria ha preso una insufficienza frequentando il liceo. E chiederanno le immediate dimissioni di chi, in una serata adolescenziale sulla spiaggia, ha cantato un brano di Lucio Battisti o ha raccontato una barzelletta ripresa da Walter Chiari.
In attesa, ovviamente, che le misure prese dal nuovo governo per favorire i mercanti di armi provochino la rabbia e le proteste di piazza. Ma, a quel punto, i chierici verranno messi da parte da chi manifesterà per qualcosa di più serio del nome di La Russa o dell’eterosessualità di Fontana.