Si può immaginare qualcosa di più “laico” del fumare la pipa?
E invece è proprio il contrario. Fumare la pipa è diventato un rito privo di aspetti sacri soltanto nel nostro mondo secolarizzato. Le sue origini stanno in America, dove per i nativi delle grandi praterie era il centro di una grande Tradizione sacra e dei riti che erano ad essa collegati.
Per approfondire questo tema sarà sufficiente riprendere in mano un grande classico della tradizione dei Pellerossa, quell’Alce Nero – La Sacra Pipa che uscì inizialmente negli Stati Uniti nel 1953 e che poi venne tradotto e pubblicato in Italia dall’ormai agonizzante editore Rusconi nel 1983. Da allora le edizioni Mediterranee ne acquisirono i diritti e non hanno mai smesso di ristamparlo fino allo scorso anno (Alce Nero – La Sacra Pipa, i sette riti dei Sioux Oglala, pp.152, €15,00).
Nel 1947 Joseph Epes Brown, un etnologo ventisettenne laureato di Harward, incontrò l’ultimo uomo sacro del grande popolo Sioux delle grandi praterie. Con lui trascorse diversi mesi nel corso dei quali lo convinse a rivelare le Tradizioni spirituali della sua gente. Una serie di riti che erano rimasti segreti per secoli ma che “lo stregone” della tribù Oglala decise di rivelare perché non andassero perdute, sentendo ormai vicino il momento della fine del tempo concesso alle genti che avevano popolato le grandi pianure prima dell’arrivo dell’uomo bianco.
Tutto quanto ruotava intorno alla Sacra Pipa che, nel secolo precedente, il suo custode Testa d’Alce aveva rivelato a tre uomini, dei quali unico vivente in quell’epoca era Alce Nero.
“Per volere del Grande Spirito Wakan-Tanka – dice Alce Nero – un animale si trasformò in una persona con due gambe per portare la sacra pipa alla sua gente”. Una donna bellissima, chiamata con il nome sacro di Donna-Bisonte, la consegnò al primo capo della tribù Corno Cavo in Piedi, al quale insegnò ad usarla in modo rituale. “Tutti i popoli e tutte le cose dell’Universo – disse la donna-bisonte – si uniscono a voi che fumate la pipa, tutti mandano le loro voci a Wakan-Tanka, il Grande Spirito. Quando pregherete con questa pipa, pregherete per e con ogni cosa”.
Successivamente Alce Nero elenca e descrive i sette riti legati alla Pipa che sono il fondamento della Tradizione religiosa del suo popolo. La Pipa sacra è al centro di ciascuno di essi, rappresentando l’asse cosmico che lega il Cielo alla Terra. Un asse che si ritrova in ogni Tradizione: dall’albero della Vita del giardino dell’Eden, al frassino Ygdrasil della tradizione nordica, dall’albero dalle mele d’oro del giardino delle Esperidi, fino alla stessa croce di Cristo.
Una simbologia che conferma, per l’ennesima volta e se ce ne fosse ancora bisogno, l’unità trascendente delle religioni di cui parlò Frithiof Schuon nel suo libro omonimo del 1979, nonché i tanti studiosi della Tradizione.
Dice ancora Alce Nero: “La maggior parte della gente la chiama «pipa di pace», tuttavia mi è stato detto che è trascorso molto tempo da quando la pace era nel mondo. Questa è la mia preghiera: che attraverso la nostra sacra pipa la pace giunga a quei popoli che sanno capire, capire con il cuore e non con la mente soltanto”.
È necessario aggiungere altro?