Talete, oggi, viene per lo più ricordato per il suo teorema. O meglio per alcuni teoremi “elementari” di geometria che definiscono il triangolo. Nessuna certezza, naturalmente, ché del filosofo di Mileto non ci è pervenuta opera alcuna. Tuttavia Aristotele lo considerava il primo sapiente che indagò l’origine delle cose. E Aristotele è autorità indiscutibile. Almeno per me….
Comunque, oggi, nelle scuole a nominare Talete sono, per lo più, i professori di matematica. Anche qualcuno di filosofia. Ma sempre meno, visto che la tendenza è, ormai, quella di glissare sui, cosiddetti, pre-socratici. Che, tanto, sono al massimo frammenti…e poi roba vecchia, meglio tagliare per arrivare a parlare dei contemporanei… Il, mai abbastanza, compianto Giorgio Colli avrebbe molto da ridire. Ma ormai quasi nessuno più legge i suoi volumi sulla Sapienza Greca. Né quell’aureo volumetto “Dopo Nietzsche. Come si diventa filosofi”.
La tendenza è qui come in tutte le cose. Ciò che è venuto dopo, è sicuramente meglio, più progredito e civile, di ciò che era prima. Poi uno guarda la faccia di Draghi, e pensa a Cavour… e gli sorge più di qualche dubbio…
Comunque, per tornare al sapiente di Mileto (o per lo meno tale viene considerato, anche se alcune fonti lo dicono addirittura Fenicio) di lui ci sono state trasmesse massime e aforismi. Autentici? Non ne abbiamo certo le prove. Però la tradizione gliele attribuisce. E questo, sinceramente, mi basta.
Una in particolare, oggi, mi frulla in mente. Recita, più o meno, così.
“Il più saggio è il Tempo. Prima o poi scopre tutte le cose”.
Detta così, sembra la versione arcaica del detto popolare “Il tempo è galantuomo”, che, probabilmente, proprio da questo di Talete deriva. Perché la, cosiddetta, saggezza popolare altro non è che un residuo della sapienza antica. Come relitti portati dalla risacca sulla spiaggia… Che, appunto, sono ciò che resta di…ben altro.
Già… perché innanzitutto Talete non deve aver detto il tempo così come vi facciamo noi riferimento. Bensì il Tempo. Ovvero colui che i greci chiamavano Chronos. Perché stava parlando di un…Dio.
D’altro canto, anche Ferecide di Siro considera Chronos una delle tre Matrici, ovvero dei tre Dei Primordiali, con Za (o Zeus) e Chtonia. E Ferecide è, anch’egli considerato nel novero dei Sette Sapienti. Che, va detto, non si sa quanti esattamente fossero, visto che i loro nomi cambiano da autore ad autore. Talete, però è presente sempre. In tutti i cataloghi dei sapienti.
Chronos non è un’allegoria. Le astrazioni sono estranee al pensiero dei pse-socratici. Il Tempo, lo Spazio sono enti reali. Che vengono percepiti, prima ancora che concepiti, come…presenze. Esseri che agiscono nel presente. E determinano le nostre vite.
E Chronos, appunto, è, per Talete, il più saggio. Perché svela tutte le cose. Nel suo scorrere, ci dimostra la sovente scarsa, consistenza di ciò che crediamo come vero. E che sempre è transitorio e illusorio. Ci dimostra l’assurdità delle nostre preoccupazioni. Degli assilli che ci tormentano quotidianamente. O meglio, da cui ci lasciamo possedere e tormentare.
Ci svela l’inconsistenza delle nostre illusioni. E delle nostre paure. Che sono, in fondo, sempre la stessa cosa. Perché l’illusione è sempre causa di paura. E la paura sorge dall’illusione. Ci si attacca alle cose. A una sicurezza sociale. A una relazione. A degli affetti. E si ha paura di perderli. Sino all’attaccamento alla vita. E alla più grande paura. La morte.
Ma Chronos svela la realtà, prima o poi. Ti dimostra quali affetti, quali amori siano consistenti. E quali, invece, aleatori. Prodotti solo dal desiderio di colmare la solitudine. Ti dimostra come la sicurezza sociale sia, pur sempre, transitoria. E come la fortuna possa mutare rapida come il vento. E ti rivela quanto assurdo sia il timore della morte. Perché, in fondo, è l’altro volto della vita. Inscindibile.
Certo, Chronos è Dio spietato. Nel suo scorrere indifferente distrugge i castelli di carte di quella che, pomposamente, chiamamo Storia. E che altro non è che un intreccio di tante storie, contraddizioni, verità soggettive e parziali. Spesso, anzi, è falsificazione. E menzogna.
Lasciamo fare al Tempo, dice Talete. A suo modo mette sempre tutto a posto. Epidemie, guerre finiscono. Diventano solo un ricordo. E, nel ricordare, ci si accorge di come le cose fossero diverse, spesso completamente diverse, da quello che, sul momento, credevamo. O che ci avevano fatto credere…
Ovviamente, ogni allusione a questi ultimi anni è casuale.
Oggi volevo parlare solo di Talete, e della sua concezione della saggezza del Tempo.
Del Covid e della Guerra in Ucraina non mi interesso, ora.
Tanto, prima o poi…ci penserà la saggezza di Chronos.