La terza serata sanremese è dedicata alle cover: la curiosità, nel vedere come gli artisti rielaborano brani sanremesi e non, è sempre alta. Insomma, l’inizio della serata è carico di aspettative, anche se non sembra essere stato uno dei migliori. Si verificano problemi tecnici, gaffe da parte degli stessi conduttori, ma questo non ferma la serata perchè non dimentichiamoci che “the show must go on”.
I due presentatori paiono, sempre più, la classica coppia sposata: Fiorello è la moglie gelosa che si sente trascurata la quale, pur di ottenere l’attenzione del suo amato “gira come un criceto per l’Ariston” (parole sue) ma Ama, per farsi perdonare gli fa barba e capelli: il tutto, rigorosamente in diretta!
Come in tutte le serate, il momento goliardico tra i due piccioncini è stato seguito dall’intervista all’allenatore del Bologna Sinisa Mihajlovic; un combattente sul campo e fuori, vincitore in entrambi i casi.
Per quanto riguarda le esibizioni canore, problemi tecnici a parte, si potrebbero definire senza infamia e senza lode: sicuramente abbiamo assistito ad esecuzioni canore all’altezza del palco dell’Ariston, con dei brani che hanno fatto la storia della musica (si pensi all’omaggio di Coma_cose con “Il mio canto libero” di Lucio Battisti). Ieri sera, ci siamo resi conto che i cantanti, protagonisti di questo festival, sono più cantautori che interpreti di canzoni altrui.
04/03/1943 – 04/03/2021
Ieri Lucio Dalla avrebbe compiuto 78 anni e la kermesse ha voluto omaggiarlo con l’intervento dei Negramaro, con tanto di un Giuliano Sangiorgi esteticamente somigliante al Ragno; talmente simile da imitare i celebri e unici “versi” del cantautore italiano. Ricordiamoci però, che si tratta di un’imitazione, non dell’originale.
E anche questa sera abbiamo assistito al terzo quadro di Achille Lauro. Oramai dovremmo essere abituati all’opulenza e alle sue performances fuori dal comune, ma ieri sera ci ha letteralmente lasciati senza parole. L’essere ricoperto d’argento in ogni centimetro della sua pelle, il duetto con Emma Marrone e il prologo di Monica Guerritore. Due cantanti agli antipodi ma, se messi insieme, in grado di far venire la pelle d’oca. Per non parlare del monologo iniziale della Guerritore: in pochi minuti, è emersa una Penelope stremata dall’attesa del suo amato Ulisse. Una donna che invita le altre donne a non seguire il suo esempio, al cogliere l’attimo perchè “tempus fugit”.