La sicurezza urbana è un elemento imprescindibile del vivere in città. Se il numero di crimini – o anche solo la percezione degli stessi – non è ridotto ai minimi, la qualità della vita precipita. Chi può godersi una metropoli pericolosa? Chi può passeggiare con serenità per le vie del centro o della periferia col timore di uno scippo o di una rapina?
Se si appartiene alle fasce deboli della popolazione, come anziani o donne, ben si comprende la sensazione di paura che pervade chi percorre le strade nella notte. Ecco perché la sicurezza urbana deve essere un tema centrale per il candidato sindaco di Torino.
I dati sulla sicurezza urbana a Torino
Torino è la seconda città italiana per i furti con strappo, dopo Napoli e le vittime sono quasi sempre donne. Se si guarda al numero di reati per 100mila abitanti, il capoluogo piemontese si attesta al quarto posto dietro a Milano, Firenze e Bologna.
Se si guarda ai numeri assoluti, conviene considerare i dati del 2019, prima del cambio radicale portato dal Covid-19 nelle nostre vite. Questi dati raccontano di un calo del 26% dal 2009 al 2019. Scippi e borseggi passano dal 33.904 del 2015, al 19.780 del 2019. I crimini sono poi cambiati: dal furto d’auto – ormai pericoloso e poco redditizio – si passa alle truffe informatiche. In particolare, queste sono cresciute dal migliaio di inizio millennio alle oltre 16mila del 2019.
Rimane poi il grosso nodo delle infiltrazioni della criminalità organizzata all’interno delle istituzioni. Il capoluogo piemontese non è infatti immune da questi pericoli, come dimostra il processo Carminius.
Come risolvere il problema della sicurezza urbana
Secondo il candidato sindaco del centrodestra, Paolo Damilano, “la sicurezza si ottiene con una azione coordinata con le altre istituzioni e con tutti i mezzi: illuminazione, pulizia, investimenti, pattugliamento diurno e notturno e infine denuncia all’autorità giudiziaria dei colpevoli dei reati urbani”.
La sicurezza non può però prescindere da componenti come l’integrazione e il lavoro. Se infatti calano povertà e disagio, con loro calano anche i crimini. Il centrodestra ritiene che le soluzioni in ambito di integrazione degli stranieri stiano in queste misure:
- Nel vedere l’accoglienza come un investimento;
- Nel favorire un accesso regolare degli stranieri al mercato del lavoro, contrastando le pratiche opposte;
- Nel differenziare e ampliare l’offerta di abitazioni a condizioni sostenibili; che rappresenta forse il cuore dei problemi di Torino oggi, e certo non solo per gli stranieri
- Nel censire, riprodurre ed estendere le esperienze di successo nella formazione dei giovani e in quella degli adulti;
- Nell’aumentare l’offerta sia dei centri di accoglienza straordinaria, sia di quelli rivolti a chi ha già un valido titolo di soggiorno, ma non ha ancora raggiunto l’autonomia (SIPROIMI);
- Nel superare il problema dei campi nomadi abbandonando la segregazione e avviando le persone coinvolte, come tutti gli altri stranieri, a un percorso di integrazione.
Per quanto riguarda le soluzioni in ambito lavorativo, ne abbiamo trattato nel dettaglio in questo articolo.
Insomma, la sicurezza urbana torinese è un problema rilevante, seppure in riduzione. Ecco perché è importante avere un sindaco che consenta a tutti di godere della città in serenità.