La sindrome di Stoccolma è un particolare stato di dipendenza psicologica e/o affettiva che si manifesta in alcuni casi in vittime di episodi di violenza fisica, verbale o psicologica. Il soggetto affetto dalla sindrome, durante i maltrattamenti subiti, prova un sentimento positivo nei confronti del proprio aggressore che può spingersi fino all’amore e alla totale sottomissione volontaria, instaurando in questo modo una sorta di alleanza e solidarietà tra vittima e carnefice.
Questa condizione psicopatologica rientra in quell’ambito dei legami anche non traumatici che si innescano su particolari organizzazioni personologiche, come nei rapporti delle donne maltrattate, o in quelli sadomasochistici tra tossico e spacciatore, o in certe situazioni di aiuto come per l’avvocato e il cliente, l’operatore carcerario e il detenuto, il rapitore e l’ostaggio.
Questo insieme di segni e di sintomi clinici sembrano visibilmente essere presenti in una quota cospicua della sinistra e del clero, al netto di quella parte che invece, con preciso cinismo, è dedita agli utili degli affari e agli interessi commerciali del fenomeno migratorio.
Le caratteristiche sono semplici nella loro comprensione, almeno superficiale. Di fronte alla minaccia e alla condizione di concreto pericolo, la vittima sviluppa un sentimento automatico e inconscio di condivisione emotiva con l’aggressore fino a diventarne partecipe se non complice.
Per quanto riguarda la questione dell’invasione in atto, la clerical-sinistra innanzitutto nega la gravità degli eventi, minimizzando la portata economica, sanitaria, legalitaria e culturale degli stessi. Tutto viene rimandato a delle motivazioni che sfuggono ad un accurato e realistico esame critico, imputando ad altri tempi e ad altri luoghi la verità dei fatti.
Alcuni esempi. 51 bambini vengono legati su una corriera e rischiano di bruciare vivi: un gesto, quello del sequestratore, che deve essere compresosindrome di Stoccolma è un particolare stato di dipendenza psicologica e/o affettiva che si manifesta in alcuni casi in vittime di episodi di violenza fisica, verbale o psicologica. Il soggetto affetto dalla sindrome, durante i maltrattamenti subiti, prova un sentimento positivo nei confronti del proprio aggressore che può spingersi fino all’amore e alla totale sottomissione volontaria, instaurando in questo modo una sorta di alleanza e solidarietà tra vittima e carnefice.
Silenzio su massacro dei cristiani per non creare intolleranza. Si glissa sulla mafia nigeriana e si fa finta di niente sul cannibalismo di Pamela. Sfilano le organizzazioni gay per l’accoglienza, mentre gli omosessuali vengono gettati dai palazzi. Si reclama il diritto al velo, mentre nelle zone islamiche vengono condannate se non lo portano. Stupri quotidiani da parte di clandestini o meno, però i porti devono essere aperti. E si potrebbe continuare all’infinito.
Insomma, a parte le varie organizzazioni criminali mantenute con la patente di istituzioni e lobby internazionali, c’è uno stato alterato di coscienza con deficit cognitivi e disturbi del pensiero nella quota sopra citata; una sinistra generalmente intesa – laica o cattolica che sia – che presenta una vera e propria alterazione delle percezioni ed un conseguente perversione nell’esame di realtà.
Il problema è che, se il sonno della ragione genera mostri – come incise il Goya – il risveglio al reale non sarà un incubo solo per i sognatori, ma anche per noi con gli occhi bene aperti e la coscienza ben vigile: ma non creduti. È questa sarà una seccatura.