Il bando dei borghi dovrebbe cominciare a trasformarsi in interventi concreti. Ma sulle Alpi Occitane piemontesi continua lo scontro tra Elva, che ha vinto il bando con un progetto legato alla Cultura come motore per ogni iniziativa economica, ed Ostana che non si arrende all’idea di non aver ottenuto i 20 milioni di euro. Una sconfitta? Intollerabile, inaccettabile. Così il Comune protetto dall’Uncem ha fatto ricorso al Tar. È andata male.
A quel punto un po’ da tutti i territori occitani è arrivato un invito a rassegnarsi, a lasciare che Elva portasse avanti il suo progetto. Complesso, coraggioso ed interessante. Ma il sindaco di Ostana ha rispedito al mittente l’invito alla ragionevolezza. Nessuna solidarietà occitana. A costo di rompere il fronte comune pur di ribaltare il risultato del bando.
Comprensibile. Ostana è un Comune politicamente corretto, sostenuto dalla sinistra istituzionale. E, dunque, DEVE vincere in qualsiasi bando in cui esista un riferimento alla cultura. Poco importa che Elva non abbia padrini politici. Non essendo un paese allineato con l’Uncem non può e non deve vincere. Non importa la qualità del progetto, il coinvolgimento dell’Università di Torino, del Politecnico e dell’Università del Gusto (tutti e tre con vertici schierati a sinistra), le prospettive di ripopolamento e di crescita culturale, le ricadute economiche.
Non sono aspetti rilevanti. Ciò che conta davvero è il rapporto con la sinistra montana. Dunque deve vincere Ostana. Che ha già commentato il pronunciamento del Tar come “decisione politica”. Perché è evidente che non possa esistere una decisione della giustizia, seppur amministrativa, contraria agli interessi del Pd. Quindi, nonostante le reazioni contrarie delle vallate occitane, si procederà con un ricorso al Consiglio di Stato. E se, a forza di perdere tempo con i ricorsi, il Piemonte dovesse perdere i 20 milioni, andrebbe bene comunque: tutti devono sapere che chi si oppone alla sinistra alpina è condannato alla sconfitta. E la destra? Non pervenuta. Tutta impegnata al mare a giustificare i rincari di ombrelloni e sdraio.