La fortuna di Giorgia? Ritrovarsi questa sinistra come avversaria. Da un lato, quello con minore impatto mediatico sugli italiani, una classe politica incapace ed inutile, non in grado o non interessata a contrastare una manovra economica di stampo liberista, una politica estera atlantista e guerrafondaia che incide pesantemente sui conti delle famiglie.
Dall’altro i media di servizio scatenati su idiozie assolute che, di fatto, costringono tutti a confrontarsi con una gauche quinoa che pretende di decidere ogni particolare della vita quotidiana di ciascuno. Mettendo in campo non menti sopraffine ma personaggi patetici e privi di qualsiasi credibilità. La nullologa Lucarelli che, in uno dei tanti programmi spazzatura politicamente corretti, si trasforma in storica di serie C imponendo alla Rai di cacciare Montesano reo di aver indossato una maglietta in libera vendita ma che alla nullologa non piaceva. E poi gli altri pedagogisti d’accatto che spiegano a lady Garbatella come fare la madre.
Sono queste ingerenze che hanno portato alla disfatta elettorale. Perché le ingerenze nella vita privata hanno davvero stancato tutti, tranne i sedicenti vip di Capalbio, di Cortina, di Courmayeur. Il mondo delle Ztl che, nei salotti o sulle terrazze estive, si interroga su quanti cessi sono indispensabili nelle scuole per rispondere alle diverse pretese lgbtqia+++. Mentre il mondo reale si interroga su quanti rotoli di carta igienica deve fornire alla scuola dei figli che non ha più soldi per acquistarla. Da un lato il buonismo ottuso che impedisce di vedere la mafia nigeriana che conquista interi quartieri; dall’altro le famiglie reali che hanno paura a far uscire di casa le figlie nei quartieri dove spaccio e violenza sono la costante di ogni giorno.
Da un lato l’onanismo intellettuale di chi, tra un’ostrica ed un bicchiere di champagne, strilla contro chi osa fare una doccia quotidiana che fa lievitare il consumo di energia e danneggia il pianeta alle prese con la siccità. Dall’altro chi la doccia la renderebbe obbligatoria perché, quando utilizza i mezzi pubblici per andare a lavorare, deve sopportare puzze stratificate nel tempo. Da un lato il mondo falso dei Fazio, Littizzetto, Saviano. Dei cineasti che si lamentano per le sale vuote e chiedono soldi pubblici per i loro lavori inguardabili ma tanto corretti politicamente. Dall’altra il mondo reale di chi non può permettersi di andare al cinema perché costa troppo e perché i film sono di una noia mortale o sono la insopportabile mappazza di luoghi comuni e di pensiero unico obbligatorio.
Due mondi ormai, fortunatamente, incomunicabili. E il destracentro deve solo continuare a tacere per incassare voti. Poi, però, qualcuno schifa la fortuna e preferisce far parlare Crosetto, Urso, Cattaneo. Forse perché non piace vincere senza ostacoli.