Nei giorni scorsi Andrea Marcigliano, su queste colonne, ha messo a confronto una destra perennemente orfana di un leader, e dunque pronta a confondere la plastica gialla con l’oro, con una sinistra più attenta alla formazione di un apparato in grado di sopperire alla mancanza di una guida carismatica.
In effetti in passato è stato così. Il PCI è sopravvissuto, più che bene, alle segreterie modeste di Luigi Longo, traghettatore da Togliatti a Berlinguer, e di Alessandro Natta. E persino ad Occhetto. Perché la classe dirigente garantiva il mantenimento di un livello adeguato. Ma dopo? Con le varie trasformazioni che hanno portato al PD dall’armocromata? Una discesa senza freni. A prescindere dai risultati elettorali che, con la qualità, non hanno nulla a che fare. Epifani, Orfini, Martina, Zingaretti, Letta, Schlein. Tutti insieme non sarebbero in grado di lucidare le scarpe a Longo.
E non è soltanto una questione di leader. Perché anche la qualità della squadra è diventata imbarazzante, patetica. De Micheli, Guerrini, Kyenge, Cuperlo, Moretti, Serracchiani, Cirinnà? Questo dovrebbe essere l’apparato vincente, quello in grado di approfittare degli errori continui di una destra fluida che non sa governare?
Questo dovrebbe essere l’apparato che prepara la riscossa alle europee? Che punta a riconquistare il Trentino ad ottobre? Ed il Piemonte la prossima primavera? Magari ha qualche chance in Sardegna, dove Solinas è stato una profonda delusione. Ma laddove le destre si sono degnate di fare almeno il compitino, la segreteria Schlein garantirà la vittoria a meloniani e salviniani.
Perché l’apparato, quando esisteva, era in grado di pensare e di sfornare idee. Che magari non piacevano alla maggioranza degli elettori. Ma erano comunque idee. Garantiva l’egemonia culturale occupando ogni spazio disponibile, ed anche quelli indisponibili. Garantiva carriere e prebende.
Ora le idee si limitano al sesso. Tutto nel sesso, nient’altro al di fuori del sesso. Un po’ poco. Pare che le famiglie italiane abbiano altre priorità oltre al cesso pubblico per i transgender. Ma adesso si è scoperto il salario minimo. Che i piddini Giovannini, Poletti e Orlando non avevano capito, quando erano ministri del Lavoro. Certo, in quegli anni ci si occupava della cuccia d’oro del cane a Capalbio, dell’eleganza della compagna ladylike Moretti. Priorità anche quelle. Forse non proprio in sintonia con quelle degli italiani.