Maldito sea Guaidò. Che ci ha fatto perdere anni di proficui affari con il buon Maduro, autentico esempio di sana e coraggiosa democrazia in Venezuela. L’Europa corre ai ripari ed il Ministero della Verità cancella tutte le dichiarazioni negative pronunciate contro Maduro. Ma quale dittatore! Ma quale tiranno nemico della democrazia! Ma quali repressioni! Nicolas Maduro lotta insieme a noi. Tutt’al più, tra una chicha de arroz ed una birra, si può chiedere al presidente venezuelano di invitare, ogni tanto, un esponente dell’opposizione a fare due chiacchiere per passare il tempo.
Ma ora che il padrone di Washington ha scoperto che il petrolio di Caracas è profumato e fa bene alla pelle, dall’Europa partono gli spagnoli a cercare di ricucire i rapporti deteriorati per il sostegno che i lungimiranti idioti di Bruxelles avevano assicurato a Guaidò, piccolo cialtrone trasformato in lider maximo dell’opposizione.
Si partirà con l’incremento dei collegamenti aerei tra il Venezuela e Madrid, porta d’Europa verso l’America Latina. Voli “normali” e voli charter, in modo da favorire il flusso di turisti europei. Perché il turismo fa fine e non impegna, porta denaro e non rompe i maroni. Poi, per i discorsi seri, Caracas continuerà a confrontarsi con Washington, con Pechino, con Mosca, con Teheran.
Però perché non concedere una chance anche agli spagnoli in rappresentanza degli europei? Scurdámmoce ‘o ppassato, simmo ‘e Caracas paisà! Chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto. E poi Madrid deve fare i conti con una protesta interna che cresce. Sabato nella capitale una grande folla (poco più di 30mila secondo il governo, 500mila secondo gli organizzatori) ha chiesto le dimissioni di Sánchez, il capo del governo socialista. A maggio, comunque, si voterà per le elezioni locali mentre le elezioni politiche si svolgeranno a fine anno. I sondaggi indicano un sorpasso dei popolari ai danni dei socialisti. Ma i popolari, per governare, avrebbero bisogno della destra conservatrice di Vox, indicato come terzo partito spagnolo.
E allora, per far dimenticare i problemi interni, Sanchez segue l’esempio di Macron e punta sull’estero. Prima l’asse proprio con Parigi e poi la riscoperta dell’America Latina. Meglio tardi che mai..