Metà dei Paesi dell’Unione europea ha chiesto a Bruxelles i fondi per la realizzazione di muri e barriere per bloccare l’invasione dei migranti clandestini. Non uno o due Stati, ma 12 su 27. E di varia collocazione politica. Non solo destra bensì anche socialisti. Di fronte a questa sollevazione generale, con la prospettiva che il numero dei Paesi aumenti ulteriormente, l’Unione europea non ha più potuto fare finta di niente e ha spiegato che Bruxelles non regalerà altri soldi per le barriere ma che i singoli Stati sono liberi di costruirli.
Provocando, ovviamente, la reazione rabbiosa degli immigrazionisti italiani, a partire dal ministro Lamorgese. Perché il concetto di libertà, per la gauche caviar italiana, significa che tutta l’Europa è obbligata a seguire gli ordini del Pd. Dunque la gauche di Capalbio vuole che i porti italiani siano spalancati e che tutti i Paesi europei si facciano carico dell’incapacità italiana di rimandare a casa chi non ha diritto di restare.
Invece questi maledetti 12, questa sporca dozzina in attesa di aggiornare la lista dei cattivi che vogliono tutelare la propria identità e la propria popolazione, hanno portato Bruxelles ad una risposta obbligata e scomoda per i radical chic. Perché mentre si acuisce lo scontro con la Polonia, l’Unione europea non può scomunicare 12 Paesi. Significherebbe chiudere bottega definitivamente. Anche perché la situazione rischia di peggiorare sensibilmente nei prossimi mesi.
L’inflazione ha ripreso a correre creando problemi alle famiglie, e questo agli euro burocrati non interessa minimamente, ma potrebbe determinare anche un radicale cambiamento nelle politiche finanziarie europee. Provocando, dunque, ulteriori tensioni. Ed allora si può cedere sui migranti, lasciando che mezza Europa li blocchi e che l’Italia resti l’unico Paese ad accogliere le navi delle Ong dei Paesi che li rifiutano. D’altronde anche la Spagna, che non fa parte dei firmatari, blocca il quotidiano tentativo di invasione nelle enclave in Marocco. E la Germania, che non ha firmato, è tranquilla perché a bloccare l’invasione sono tutti i Paesi confinanti ad Est. Polonia, Austria, Repubblica Ceca. E poi, più in là, Slovacchia e Ungheria.
L’unico rischio, insomma, arriva dall’Italia. Sino a quando i muri non verranno costruiti per bloccare il nostro Paese.