Campidoglio, Parella. Vecchi quartieri di Torino. Sufficientemente vecchi per essere conosciuti anche dalla nuova giunta comunale della città subalpina. Invece niente. Abbandonati alla sporcizia. Da un lato cassonetti di nuova generazione circondati da immondizia abbandonata da chi, evidentemente, passava nella zona ma non aveva le tessere per aprire i cassonetti. E, ovviamente, non aveva nessuna voglia di tenersi i rifiuti mentre attraversava la città per raggiungere il proprio quartiere. Dall’altro i vecchi cassonetti con raccolta porta a porta, ma con strade e marciapiedi lerci, senza che si veda mai qualcuno impegnato a ripulire.
Ovviamente la maleducazione e l’inciviltà non sono responsabilità del sindaco e degli assessori. Se gli animalisti integralisti lasciano che i loro cani defechino davanti ai portoni altrui, senza raccogliere gli escrementi per evitare traumi psicologici al povero animale che si sentirebbe sminuito; se le mascherine vengono gettate per strada; se i piccioni morti giacciono tra le auto parcheggiate; se i mozziconi di sigaretta tappezzano i marciapiedi; se le carte possono svolazzare ovunque tranne che negli appositi contenitori. Tutto vero.
Però, in un tempo lontano, esistevano gli spazzini. Che, forse, esistono ancora in qualche quartiere. Ed in tempi più recenti erano comparsi dei macchinari per pulire le strade. Ma a Campidoglio e Parella non si vedono mai.
Certo, esistono zone con problemi più gravi. Ed il sindaco è già impegnato a minimizzare la criminalità diffusa in Barriera di Milano, come denunciato da Mino Giachino. O a far finta di nulla di fronte alle bande di grandi risorse libere di spacciare, aggredire, rapinare.
Però anche la sporcizia incide sull’immagine della città, sulla sua capacità di attrazione. Difficile convincere i cervelli europei a trasferirsi a Torino, magari con la famiglia, per far vivere i figli tra sacchetti di spazzatura, slalom tra montagnole di defecazioni canine, lordure di piccioni sui balconi. Oppure tra spacciatori in attività indisturbata, rapinatori, molestatori. Perché, per la polizia municipale e le altre forze dell’ordine l’emergenza è solo quella delle mascherine della popolazione locale. Le grandi risorse sono, ovviamente, esentate.