I Carabinieri sono, assieme alla Polizia di Stato (di cui vi abbiamo raccontato in questo articolo), il principale corpo con compiti di ordine pubblico. Fin da bambini impariamo a riconoscere le loro divise rosso-blu, eleganti e autorevoli. Eppure, se si trattasse di approfondire le vicende che hanno riguardato l’Arma nel corso della sua storia, rimarreste sorpresi. Ecco quindi la nascita e la storia dell’Arma dei Carabinieri!
La nascita dell’Arma dei Carabinieri
L’Arma dei Carabinieri nacque il 13 luglio 1814, quando il re Vittorio Emanuele I istituì a Torino il Corpo dei Carabinieri Reali, promulgando le Regie Patenti. Si trattava di un’unità militare con compiti di polizia. Era un corpo di fanteria leggera con una componente di cavalleria, quindi più elitario rispetto a un corpo di fanteria di linea. Il nome “carabinieri”, inoltre, deriva dall’arma che portavano con loro: la carabina.
Questo corpo era una novità assoluta. Era un’istituzione con una duplice funzione: quella di difesa dello Stato e quella della tutela della sicurezza pubblica, in quanto organo di polizia con speciali doveri e prerogative. A differenza delle altre componenti dell’esercito, il Corpo dei Carabinieri aveva la peculiarità di essere diffuso capillarmente su tutto il territorio, quindi non solo nelle città, ma anche nei villaggi; si creò quindi uno stretto contatto con la popolazione.
Dopo l’unità d’Italia i Carabinieri Reali divennero “Arma” del Regio esercito con il regio decreto del 24 gennaio 1861, al pari delle altre armi come fanteria, artiglieria e cavalleria.
I colori dei Carabinieri
I carabinieri avevano un’uniforme turchina guarnita di alamari d’argento e indossavano un cappello a due punte, chiamato “lucerna”. Dal 1833 il cappello aveva un pennacchio blu e rosso, due colori che ancora oggi sono ricorrenti nella simbologia dell’Arma. Ritroviamo il blu e il rosso non solo nelle uniformi, ma anche nello stemma araldico e sulle auto e moto di servizio.

Il blu rappresenta la nobiltà dell’istituzione, il valore militare, la fedeltà, la giustizia, l’amor di patria. La fedeltà, infatti, è sempre stata una caratteristica dell’Arma dei Carabinieri, il cui motto araldico è “Nei secoli fedele”. Il rosso, invece, rappresenta l’audacia, il coraggio e il sacrificio.
Nelle sue linee generali, tale uniforme è ancora in uso oggi e viene indossata per cerimonie di particolare solennità.
L’impiego dei carabinieri nelle guerre mondiali
Il Corpo dei Carabinieri partecipò alle due guerre mondiali e prese parte a numerose battaglie. Con riferimento alla Prima guerra mondiale, si distinsero per il contributo dato in battaglia e nel 1915 la Bandiera dell’Arma fu insignita della prima medaglia d’oro al valor militare.
I carabinieri si distinsero in battaglia anche durante la Seconda guerra mondiale. Dopo l’armistizio di Cassibile diversi reparti si unirono alla resistenza italiana e si unirono anche alla guerra di liberazione. Circa 2700 vennero deportati per essersi rifiutati di obbedire alle disposizioni delle forze militare nazifasciste.
Il Piano Solo e gli anni di piombo
Nel 1962 il generale Giovanni De Lorenzo divenne comandante generale dell’Arma. De Lorenzo diventerà molto conosciuto in quegli anni per il tentativo di golpe dei carabinieri, denominato “Piano Solo”, che, inevitabilmente, viene associato alla figura del comandante generale.
Con questo tentativo di golpe, l’Arma dei Carabinieri avrebbe dovuto instaurare in Italia un regime militare nel 1964, arrestando e deportando tutte le persone ritenute pericolose per l’ordine pubblico. Per saperne di più sul Piano Solo, leggi questo articolo.
Durante gli anni di piombo in Italia si verificò un’estremizzazione della dialettica politica, che portò a violenze di piazza, a lotte armate e al terrorismo. Per la repressione del terrorismo politico, il Corpo rinnovò la propria struttura organizzativa:
- 1974: nasce il nucleo speciale antiterrorismo;
- 1978: si istituisce il Gruppo di intervento speciale (GIS), il primo reparto di forze speciali italiane;
- 1990: per contrastare maggiormente la criminalità organizzata, venne creato il Raggruppamento operativo speciale (ROS), che contribuì alla cattura di diversi boss mafiosi.
I carabinieri: rango di forza armata autonoma
Fino al 2000 l’Arma dei Carabinieri era parte integrante dell’Esercito italiano con il rango di Arma. Con l’art. 1 della legge delega 31 marzo del 2000, n.78 i carabinieri vennero elevati a una collocazione autonoma nell’ambito del Ministero della difesa, con il rango di forza armata, e forza militare di polizia a competenza generale.
Questo ha consentito all’Arma dei Carabinieri di partecipare alle missioni militari italiane all’estero non più esclusivamente con funzioni di polizia militare.
Quindi, nel 2001 è stata costituita la 2° Brigata mobile carabinieri, che è un’unità dell’Arma con propensione all’impiego estero. Inoltre, nel 2004 il reparto d’élite Gruppo di intervento speciale entra a fare parte delle forze speciali italiane.
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