La storia del Killer Zodiac è rimasta impressa nella mente di tutti gli statunitensi e non solo: ma qual è l’impressione popolare che genera la figura del killer? E in particolare, qual è l’inquietante storia del killer Zodiac? Chi era veramente?
L’impressione popolare che genera la figura del killer
Il termine “serial killer” nasce solo nei primi anni settanta grazie a Robert Essler, agente speciale dell’FBI e criminal profiler. Proprio in quegli anni infatti, l’FBI diede un chiaro significato al termine:
L’omicida seriale è colui che commette tre o più omicidi, in tre o più località distinte, intervallate da un periodo di raffreddamento emozionale.
Nell’immaginario popolare un serial killer è sicuramente una figura violenta in grado di commettere i peggiori crimini, selezionando le vittime che talvolta possono avere quindi caratteristiche simili tra loro. Forse è proprio questo a far rabbrividire quando si sente pronunciare il termine serial killer: il fatto che la maggior parte di questi uomini scelga d’agire non impulsivamente, ma con calma, razionalità e sangue freddo. La stessa razionalità che porta quindi le persone a sentirsi più vulnerabili, timorose di poter essere nel prossimo mirino dell’omicida.
D’altra parte, però, la figura dell’assassino e in particolare del killer, smuove anche negli animi la curiosità di indagare sui più profondi baratri della mente umana. Specialmente quando si viene alla scoperta che solo una minima percentuale dei killer della storia, era affetto da disturbi psichici. Non a caso i generi giallo e thriller sono tra i più apprezzati e conosciuti dal pubblico, i cui protagonisti sono spesso inafferrabili criminali con alle spalle plurimi omicidi. Tra questi, nella realtà, ce n’è stato uno che oltre ai 5 omicidi certi e ai 37 sospettati, ha anche iniziato un folle e perverso gioco con la polizia inviando lettere, crittogrammi e messaggi cifrati alla stampa… il suo nome è Zodiac.
L’inquietante storia del killer Zodiac
La storia del killer Zodiac, che in Italia viene chiamato anche Killer dello Zodiaco, è stata seguita e discussa dai media e dal pubblico di tutto il mondo. Zodiac è stato un criminale degli Stati Uniti, che dal 1968 al 1969 ha commesso 5 omicidi e 2 tentati omicidi. Il nome venne coniato proprio dallo stesso killer, dopo una serie di lettere firmate ed inviate alla stampa fino al 1974. Le sue vittime furono quattro uomini e tre donne di età comprese tra i 16 e i 29 anni, residenti in California. Nelle sue lettere Zodiac affermava di aver commesso un totale di 37 omicidi, che però non furono mai effettivamente accertati.

I primi omicidi del killer Zodiac
Le sue prime due vittime furono David Arthur Faraday, 17 anni, e Betty Lou Jensen, 16 anni. Era la sera del 20 dicembre 1968 quando i due giovani si appartarono in macchina in un piazzale di Benicia, città costiera della contea di Solano, in California. Il killer Zodiac parcheggiò accanto a loro e questo fatto fu confermato da un testimone che vide le due macchine ferme, nonostante affermò anche che all’interno non ci fosse nessuno. Poco dopo, il testimone udì uno sparo. Faraday venne colpito alla testa, mentre a Jensen, che nel frattempo stava cercando di scappare, spettarono 5 pallottole alla schiena. Da subito le indagini, a causa delle poche tracce, non portarono a nulla.
Il 4 luglio del 1969 le vittime nel mirino di Zodiac furono invece Darlene Ferrin e Michael Mageau, rispettivamente 19 e 22 anni. Mentre chiacchieravano in auto, una macchina accostò davanti a loro solo per pochi secondi; subito dopo infatti se ne andò, tornando dopo circa 10 minuti. Questa volta, però, si parcheggiò dietro la loro macchina, probabilmente per impedire eventuali fughe. Il killer uscì dalla macchina puntando loro una torcia e a quel punto sparò. Ferrin morì durante il tragitto per arrivare in ospedale, mentre Mageau, nonostante i colpi al volto e al torace, riuscì miracolosamente a salvarsi.
Le lettere e gli enigmi di Zodiac
Il mese successivo all’ultimo omicidio, l’assassino fece recapitare una lettera a tre diversi quotidiani: il Francisco Examiner, il Times Herald, ed il San Francisco Chronicle. In queste lettere egli rivendicava la sua colpevolezza nei vari crimini. Le lettere comprendevano numerosi dettagli sulle vittime oltre che dei crittogrammi, che a detta del Killer Zodiac, avrebbero rivelato la sua identità. L’autore delle inquietanti lettere minacciò inoltre le varie testate giornalistiche, affermando il fatto che se queste comunicazioni non fossero state pubblicate in prima pagina, lui avrebbe commesso altri 12 omicidi quello stesso weekend. I giornali in questione pubblicarono effettivamente le lettere sulle prime loro pagine e non ci furono conseguenze. Furono proprio due lettori a decifrare il misterioso messaggio: quest’ultimo si rivelò essere un folle discorso sul piacere di uccidere.

Gli omicidi di Zodiac Island
Il 27 settembre del 1969 invece, Bryan Calvin Hartnell, ragazzo di 20 anni, e Cecelia Ann Shepard, di 22 anni, furono accoltellati in quella che oggi è conosciuta come la “Zodiac Island”. Quest’isola si trova sul Lago Berryessa, nella contea di Napa. I due giovani erano sdraiati sul prato, quando videro un uomo che indossava degli occhiali neri e un costume da boia avvicinarsi a loro. L’uomo aveva inoltre raffigurato sul petto un simbolo bianco, che secondo le indagini corrispondeva proprio al simbolo con cui Zodiac firmava le sue famose lettere.
Il killer si avvicinò ai due ragazzi raccontando loro di essere un latitante in fuga verso il Messico e di aver quindi bisogno di denaro. Ordinò a Shepard di legare con una corda Hartnell e successivamente lo stesso Zodiac legò la ragazza. Dopodiché, l’uomo estrasse un coltello e ferì i ragazzi. Dei due, solo Hartnell riuscì a salvarsi. Prima di andarsene, il killer Zodiac disegnò sullo sportello dell’auto dei ragazzi il simbolo del cerchio con una croce interna, oltre che scrivere la data di quel giorno. Da lì a poco, la polizia ricevette una telefonata proveniente da una cabina telefonica nei pressi del luogo del crimine: l’uomo confessava l’omicidio appena commesso.
Gli ultimi omicidi del killer Zodiac
L’11 ottobre del 1969 fu invece assassinato a San Francisco un taxista di 29 anni, Paul Stine. Il crimine venne visto dalla finestra di casa di tre ragazzini, che chiamarono subito la polizia. Quest’ultima arrivò pochi minuti dopo, iniziando quindi a perlustrare la zona. Un agente vide un uomo bianco dileguarsi velocemente in una scalinata collegata al retro di una casa. La polizia subito non ci diede importanza poiché aveva avuto l’ordine di cercare un uomo nero, mentre il passante in questione era bianco. Quando si rese conto del fraintendimento, in quella casa non trovarono ormai già più nessuno.
Da qui in poi seguirono almeno altri 30 terribili omicidi che vennero collegati a Zodiac, ma nessuno di questi fu mai effettivamente confermato. A causa delle poche risorse a disposizione, nel 2004 la polizia di San Francisco archiviò il caso, ma lo riaprì tre anni dopo. Nel dicembre del 2020, infine, la polizia dichiarò di aver decifrato anche un altro dei 4 crittogrammi inviati nel 1969 dal killer Zodiac alla stampa. Nonostante nel corso degli anni i sospettati siano stati molteplici, la vera identità del killer che verso la fine degli anni sessanta ha fatto tremare l’America e non solo, è rimasta, ad oggi, ancora ignota.
Chi era veramente il killer Zodiac
Furono molti gli uomini sospettati di essere Zodiac, ma nessuno di questi si rivelò esserlo veramente. Tra questi, però, ci furono due uomini che attirarono particolare attenzione alla polizia: Arthur Leigh Allen e Giovanni Bevilacqua. Il primo, maestro delle elementari e morto nel 1992, fu segnalato proprio da un suo amico, che riportò inquietanti affermazioni da Allen dichiarate: quest’ultimo avrebbe infatti confessato il suo desiderio di uccidere degli uomini e in particolare di cacciare delle coppie. Allen, senza che la polizia gli domandasse nulla a tal proposito, dichiarò che i coltelli insanguinati situati nella sua auto il giorno dell’omicidio al lago Berryessa, erano stati utilizzati per uccidere dei polli. Da questi interrogatori, avendo sufficienti prove a disposizione, seguirono tre mandati di perquisizione nella sua abitazione.
Queste perquisizioni non portarono a nulla di concreto, ad eccezione di un’arma che corrispondeva alla stessa utilizzata da Zodiac in uno dei suoi crimini. L’uomo indossava inoltre un orologio con al centro un cerchio attraversato da una croce, proprio come il simbolo di Zodiac. L’esame calligrafico e del DNA, però, non corrispondevano con quelli dell’efferato assassino. Quindi, nonostante Allen avesse già a carico della accuse (per reati sessuali) oltre che un arresto (per disturbi alla quiete pubblica a causa di una rissa), il Dipartimento di Polizia di Vallejo decise di non incriminarlo.
Il killer Zodiac era italiano?
Il secondo uomo che sembrava poter dare una svolta definitiva a questa interminabile ed estenuante storia del killer Zodiac, fu un certo Giovanni (Joe) Bevilacqua, ex agente del CID (una divisione dell’esercito degli Stati Uniti che indaga sui crimini in cui sono coinvolti militari). Il 23 maggio 2018, la rivista italiana “Tempi” fece un’indagine e arrivò a sostenere che il killer Zodiac nel 1974 si trasferì in Italia. Ciò avrebbe giustificato il fatto che dall’estate di quell’anno in poi, negli Stati Uniti, di Zodiac non si ebbero più notizie.
Bevilacqua, italoamericano, non era in realtà sconosciuto alle forze dell’ordine: egli aveva testimoniato contro Pietro Pacciani, sospettato di essere il Mostro di Firenze e poi assolto. I dubbi sul fatto che il killer Zodiac e il Mostro di Firenze potessero essere proprio la stessa persona, ovvero Giovanni Bevilacqua, nascono proprio quando il giornalista Amicone dichiarò di aver tradotto ulteriori parti dei messaggi criptati. In questi, a suo dire, vi era una confessione che avrebbe provato il fatto che Giovanni Bevilacqua fosse il criminale che si celava dietro alle due figure spietate, teoria che però non fu mai ufficialmente confermata.
La vera identità del killer Zodiac
La storia del Killer Zodiac ebbe molti colpi di scena, l’ultimo tra questi proprio ad ottobre di quest’anno, quando è uscita la notizia che un gruppo di specialisti tra cui investigatori e appartenenti all’intelligence militare, aveva finalmente scoperto la vera identità dell’uomo: secondo loro si tratterebbe di Gary Francis Poste, deceduto tre anni fa all’età di 80 anni. Per arrivare a questa conclusione, il team di esperti non è partito da uno degli omicidi a lui attribuiti.
I detective si sono infatti basati sul delitto di Cheri Jo Bates. Si trattava di una ragazza diciottenne prima pugnalata a morte e poi quasi decapitata nel 1966 al college di Riverside, in California. L’identikit di quel killer avrebbe molte somiglianze con Poste, tra cui una cicatrice in fronte. Inoltre, il team ha affermato che nei molteplici rompicapi mandati da Zodiac, le uniche lettere mancanti fossero proprio quelle che compongono il nome di Poste, ovvero Gary. La notizia in poche ore è rimbalzata su molteplici giornali statunitensi e non. In particolare Fox News ha ripreso il comunicato stampa del team. La teoria è stata però immediatamente smentita da Tom Voigt, che gestisce il sito ZodiacKiller.com. Secondo lui si tratterebbe infatti di una grande bufala, a partire dal fatto che, in 25 anni di lavoro sul caso, egli non abbia mai sentito nominare il fatidico team di esperti in questione.
Malgrado le innumerevoli ipotesi e a distanza di più di mezzo secolo, il killer più ricercato della storia d’America non ha ancora un volto. E viene quindi spontaneo chiedersi se potrà averlo mai.
1 commento
Segnalo solo tre imprecisioni:
– Giuseppe non Giovanni Bevilacqua
– Inchiesta di Francesco Amicone. Gli ultimi articoli sono infatti apparsi su Libero. Tempi non ha più seguito il caso e Il Giornale è andato addirittura contro.
– Francesco Amicone non Luigi Amicone