Specchio delle mie brame, chi è il più balengo del reame? Nella vicenda della Super Pippa calcistica non ci sono dubbi: Andrea Agnelli. Una figura di palta, iniziata con l’abituale prepotenza ed arroganza condita da menzogne, proseguita con la consueta dimostrazione di non capire ciò che stava succedendo e terminata con l’ennesima sconfitta in ambito internazionale. Questa volta, però, non è bastata neppure la faziosità dei suoi tifosi a garantirgli perlomeno un’uscita di scena dignitosa.
Però un merito occorre riconoscerlo ad Andrea Agnelli. Finalmente ha gridato ai sudditi italiani che il re è nudo. Non soltanto nel calcio. È nudo il falso reame della famiglia Agnelli-Elkann, la più nefasta nella storia italiana. È nudo il reame dei media perennemente ossequienti nei confronti di una famiglia che ha incassato montagne di denaro pubblico, ha imposto la distruzione del sistema ferroviario per vendere le proprie auto, ha inquinato e speculato senza mai pagare pegno, e poi si è spostata all’estero quando i servi italiani non erano più utili.

Ma è nuda la politica italiana, e non solo quella che si prostrava di fronte all’Avvocato che avvocato non era. No, proprio quella di oggi che di fronte al progetto di Super Lega è rimasta ferma ai consueti strilli impotenti. Mentre la politica in Francia e Germania bloccava ogni adesione e in Inghilterra Boris Johnson – quello preso in giro dal giornalismo di servizio italiano – chiariva alle sei squadre scissioniste le pesantissime conseguenze a cui sarebbero andate incontro. Ottenendo l’immediato ritiro dell’adesione.
Ed è nudo il mondo dei tifosi. Due striscioni di protesta di fronte allo stadio della Juve non valgono le manifestazioni dei tifosi inglesi che sono scesi in piazza per bloccare lo strappo delle proprie squadre. Così come il coraggio di De Zerbi non basta a nascondere lo squallore di calciatori ed allenatori muti nelle squadre coinvolte. Mentre in Inghilterra sono stati allenatori (a partire da quelli stranieri) e giocatori a protestare contro le proprie società. Questione di stile, quello che è mancato a Pirlo, Conte, Pioli. Ed ai loro rispettivi mercenari italiani e stranieri.

Ma in Italia si ha il terrore di schierarsi contro la Famiglia. Che ha potuto impunemente annichilire prima Torino e poi l’intero Paese, che ha contribuito a distruggere l’Olivetti, che ha provocato disastri con l’immigrazione che ha spopolato prima le montagne e poi i paesi del Sud, che ha imposto modelli di sviluppo fallimentari. Il servilismo, però, era più forte di ogni altra considerazione. Articoli indecenti per esaltare Gioanin Lamiera (Gianni Agnelli) ed il suo orologio sopra il polsino, le sue orrende scarpe e la cravatta sopra il pullover. Libri che trasformavano un acheteur de femmes in un grande industriale. Quanto era eccitante pubblicare Gioanin che si lanciava nudo in acqua da uno yacht, con commenti entusiasti del giornalista di turno. Foto identica a quella di Formigoni qualche anno dopo, questa volta però accompagnata da commenti indignati.

Quanto era bello ripetere al volgo le frasi, di assoluta banalità, pronunciate dall’Avvocato nelle varie occasioni! E poi è toccato a John Elkann, a Lapo, ad Andrea Agnelli. I giornali di John vanno male se non malissimo? Si fa finta di niente, Lui è bravissimo in tutto. Le iniziative imprenditoriali di Lapi sono un disastro? Va bene lo stesso, Lui è tanto simpatico. La Juve di Andrea Agnelli non vince una Champions neanche a pagarla? Colpa degli arbitri che hanno un cassonetto dell’immondizia al posto del cuore, Lui è perfetto.
La Supercazzola è finita, ma gli accattoni riusciranno ad ottenere qualche soldo in più per mettere a posto conti fuori controllo per le spese folli destinate a scavare un fossato rispetto a chi ha evitato di creare voragini che altri dovranno colmare.