Leggo dalla Treccani (da me non c’è spazio per un post-it ma sono sbucato nella cantina di un accumulatore compulsivo di volumi e ho buttato un occhio; si, certo, aveva anche delle lenti di ingrandimento):
“Eroe: chi, in imprese guerresche o di altro genere, dà prova di grande valore e coraggio affrontando gravi pericoli e compiendo azioni straordinarie”; non dice però se deve morire o può sopravvivere.
Secondo la definizione umana le talpe non sono delle eroine: non ci incontriamo nei cunicoli, quindi non combattiamo tra noi; quando subiamo attacchi talpicidi cerchiamo di metterci in salvo; i pericoli ce li fate correre ma quali azioni straordinarie immaginate che compiamo per fronteggiarli?
Se dicessi la stessa cosa di voi umani, vi dispiacerebbe essere esclusi dalla categoria degli eroi: siate sinceri, vi piace gonfiare il petto sperando che vi venga riconosciuto grande valore e coraggio, magari ingigantendo il pericolo che avete corso per dare maggiore enfasi alla straordinarietà del vostro gesto … se siete rimasti vivi. A volte capita che la ricostruzione delle gesta da morti vi facciano ricomprendere tra gli eroi … ma in quel caso vi sentite meno coinvolti individualmente.
Escluso che una talpa, viva o morta che sia, possa essere un’eroina, gli umani anelano a essere riconosciuti eroi da vivi. Anche se c’è chi non crede nell’eroismo, perché uccide, e preferisce che gli uomini “vivano e muoiano per ciò che amano”.
Tra i volumi della Treccani nella cantina c’era anche quello che conteneva la definizione di “superstite: chi sopravvive o è sopravvissuto ad altri, o è scampato a una sciagura, a un evento in cui altri hanno trovato la morte”. Ecco cosa ci accomuna: sopravvivere, a volte, a un disastro.
Quando ci mettete nelle tane dei fosfuri che rendono i cunicoli delle camere a gas (pratica che utilizzate anche tra di voi) o dei repellenti a ultrasuoni che ci costringono a lasciare i nostri luoghi (tra di voi non vi risparmiate nemmeno ciò), se moriamo siamo eroi? e se sopravviviamo ci considerate eroi o superstiti? Risposta negativa su tutta la linea, ma solo perché siamo talpe. Se riferiamo le stesse domande agli umani, vi giocate gli appellativi di eroi e superstiti: il primo è un merito, il secondo una botta di fortuna.
Mentre lascio la cantina cerco di fare un po’ di ordine nelle idee. Anche gli umani si sono trovati in un ambiente ostile in primavera e sono stati rintanati: qualcuno è morto, molti hanno rischiato e la maggior parte è sopravvissuta perché è rimasta isolata. Il prossimo autunno è incombente un analogo pericolo ed è escluso che possiate rimanere rintanati: qualcuno morirà, molti rischieranno e, speriamo, la maggior parte sopravvivrà (perché fortunata o perché salvata da eroi?).
Osservando gli irresponsabili comportamenti (non mi riferisco alle mascherine e agli assembramenti su cui si sbizzarriscono tutti) ma a tutte le omissioni preventive da parte degli organi di governo che, nonostante il trascorrere del tempo, vengono impunemente reiterate, anche l’autunno, come avvenuto in primavera, avrà bisogno di uomini pronti non a “giocare agli eroi”, ma a sopravvivere per onestà e non solo per fortuna, capaci non di grandi azioni, ma di grandi sentimenti … “in fondo la peste è un continuo ricominciare”.