La “prima” della Scala è inarrivabile per qualsiasi altro teatro italiano. Perlomeno in termini di visibilità e di mondanità. Al di là della qualità dell’opera rappresentata, delle interpretazioni dei cantanti, della regia. Il pubblico presente alla prima della Scala va per farsi vedere, per far sapere di essere tra i Vip, di potersi permettere quella serata. Ci sono le tv, i giornali, i pettegolezzi.
Non succede nelle altre grandi città. Ed allora bisogna inventare qualche altra occasione mondana che offra visibilità. A Torino provvede Guido Barosio con il suo periodico Torino Magazine. Che invita “chi conta” alle feste organizzate per celebrare la fine dell’anno o l’uscita di un nuovo numero della rivista.
Tutta vestita a festa
la gioventú del loco
lascia le case, e per le vie si spande;
e mira ed è mirata, e in cor s’allegra.
Ecco, magari non è proprio la gioventù del loco la protagonista delle feste. E non si spande per le vie ma si affolla nei saloni che accolgono le iniziative di Torino Magazine. Ma buona parte degli invitati si presenta proprio per farsi “mirare”. Per poter raccontare agli esclusi di esserci stati, di essere stati inseriti nella lista giusta. Una sorta di promozione sociale da sbattere in faccia a chi non c’era. Ed i perfidi di Torino Magazine lo sanno e pubblicano sulla rivista le foto dei partecipanti. Perché l’invidia è il motore che fa girare il mondo torinese.
Ed allora si assiste a scene patetiche di giovani “signore nessuno” che imbucano anche le amiche per far sapere di potersi permettere di andare oltre le liste. E non si accorgono degli sguardi di compatimento degli organizzatori che si divertono di fronte a queste miserie umane. Perché sono proprio questi atteggiamenti che sanciscono il successo dell’iniziativa. I ridicoli sotterfugi, le furbizie che, in realtà, tali non sono perché ampiamente previsti e, anzi, favoriti. Perché anche questo infantilismo contribuisce al successo di Torino Magazine.
Magari rappresenta un ostacolo alla crescita della città, ma non è certo questo il compito di Barosio & C. Loro fanno, bene, il lavoro di giornalisti. Lo sviluppo di Torino spetterebbe ad altri..