Il nuovo sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, dapprima ha utilizzato la solita frase fatta “sarò il sindaco di tutti”, poi seguendo le indicazioni di Sergio Chiamparino ha chiarito che la città ha bisogno del Sistema Torino. Che, considerando la qualità odierna, si è ridotto al Sottosistema Torino. Però, tra coloro che non lo hanno votato, è ancora accesa la speranza che Lo Russo voglia essere non solo il sindaco di tutti ma che voglia ascoltare anche le proposte che la Torino esclusa può mettere in campo.
Ribaltando, in pratica, il consueto gioco delle parti, fatto proprio anche da Damilano. Non un’opposizione che ascolta e che, a volte approva qualche decisione utile per la città; ma un gruppo di torinesi, senza alcun riferimento partitico, con esperienza in vari settori che propone progetti ed iniziative per il bene comune.
Una sfida per mettere alla prova la buona fede del sindaco. Perché è bello e giusto puntare su professionalità, esperienze, competenze, ma poi occorre farlo davvero. Senza limitarsi a fingere di ascoltare per poi continuare a rivolgersi al Sottosistema Torino che ha annichilito la città. Perché i soliti noti – quelli del “ci conosciamo tutti” di Valentino Castellani – sono quelli che hanno reso marginale Torino in ogni settore, in ogni ambito. Sono quelli della cultura autoreferenziale, dell’industria costantemente alla ricerca di sovvenzioni e commesse pubbliche, della disoccupazione, della banalità architettonica, delle continue menzogne giornalistiche per nascondere una realtà per nulla brillante. Sono quelli che si inventavano, senza alcun senso del ridicolo, titoli sui giornali sul turismo torinese che superava quello veneziano.
Ecco, di questo Sottosistema non c’è alcun bisogno. Di queste clientele che premiano i peggiori non c’è alcun bisogno. Mentre possono essere molto più utili architetti, industriali innovativi, commercianti, esperti di turismo e ristorazione, avvocati, medici, notai che mettano a disposizione idee, analisi, studi. Senza pretese di andare ad interferire con le nomine che ha in mente Lo Russo per controllare le fondazioni bancarie, ovviamente. Ma con la pretesa di contribuire a rilanciare Torino.
1 commento
sono partite le nuove clientele, speriamo bene, che si dedichino almeno un poco alla città e alle ripercussioni sulla provincia.
P.S. ma Lo Russo, chi lo ha proposto?