L’uscita della nuova docu-serie italiana Sanpa: luci e tenebre di San Patrignano lo scorso 30 dicembre, nata da un’idea di Gianluca Neri e scritta insieme a Carlo Gabardini e Paolo Bernardelli, è stata l’occasione per tornare a parlare del fenomeno della tossicodipendenza. In particolare, l’eroina e le sue vittime sono centrali in Sanpa, che racconta le loro tragiche vicende.
Il boom dell’eroina raccontato da Sanpa
Il consumo di droga in Italia ha avuto un’enorme espansione tra gli anni ’70 e ‘ 80 del secolo scorso. In particolar modo l’eroina cominciò a dilagare tra il 1974 e il 1975 sul mercato illegale italiano in grande quantità. In quel periodo il consumo di eroina si concentrò tra i gruppi di giovani, che erano i rappresentanti di una cultura antagonista ai valori consumistici dell’epoca.
Come per la maggior parte dei fenomeni di questo tipo, non esiste una sola spiegazione del diffondersi del fenomeno. Tuttavia, uno dei motivi dell’ampia circolazione di eroina in Italia, fu il cambiamento delle forniture di droga da parte dei narcotrafficanti: infatti, si registrò una carenza degli altri stupefacenti sul mercato e, invece, un’abbondanza di eroina a prezzi bassi. Dopo che, in un secondo momento, i consumatori passarono alla nuova droga e ne diventarono dipendenti, il prezzo dell’eroina salì in maniera smisurata.
Dagli anni Novanta, invece, lo scenario cambiò: soprattutto per l’incremento nell’uso della cocaina e poi per l’arrivo della lunga lista delle cosiddette droghe sintetiche.
La comunità di San Patrignano
Come si evince dalla docu-serie Netflix, in un’Italia devastata dalla diffusione di questa nuova droga, venne fondata da Vincenzo Muccioli nel 1978 una comunità di recupero per tossicodipendenti, che prese il nome dalla strada del comune di Coriano in provincia di Rimini, dove ha sede ancora oggi. Questa divenne la più grande comunità di recupero dei tossicodipendenti d’Europa, e una delle più importanti del mondo.
Dal 1978 ad oggi la comunità ha infatti accolto circa 26 mila giovani. Dai dati forniti dalla comunità, il 90% dei giovani alla fine del loro percorso trovano un lavoro e il 46% consegue un titolo di studio.
La serie, come evidenzia il sottotitolo “Luci e ombre”, si concentra sul racconto dei metodi di recupero utilizzati da Muccioli e dei processi, compreso quello per omicidio. La narrazione si interrompe al 1995, anno della morte del suo fondatore.
L’ambizione di Vincenzo Muccioli fu quella di recuperare i dipendenti dall’eroina senza utilizzare psicofarmaci. Egli propose un modello di recupero basato sulla vita in comunità, sul rispetto delle regole, sul lavoro, e come disse in un’intervista “sull’amore”.
Le controversie attorno a San Patrignano
I metodi utilizzati dalla comunità di San Patrignano hanno suscitato enormi controversie. Nell’ottobre del 1980 ci fu una perquisizione della struttura da parte dei Carabinieri, che scoprirono alcuni ospiti incatenati e rinchiusi in un canile. Dopo questo episodio, arrestarono Muccioli e si aprì un processo per maltrattamenti e sequestro di persona, che fece enorme scalpore. Il processo si concluse con la condanna a 18 mesi di reclusione, ma in appello lo assolsero.
Il 7 maggio del 1989 ritrovarono in provincia di Napoli il cadavere di un ragazzo appartenente alla comunità, Roberto Maranzano, morto per le percosse ricevute. Dopo quattro anni e la confessione di un testimone, emerse che il ragazzo fu ucciso a bastonate da tre giovani ospiti della comunità. Si aprì un secondo processo, nel quale Muccioli fu nuovamente assolto dal reato per omicidio colposo per non aver commesso il fatto; tuttavia lo condannarono in primo grado per favoreggiamento, ma gli fu riconosciuta un’attenuante per “l’avere agito per motivi di particolare valore morale”.
Fino a che punto si può arrivare per fare del bene?
Si scoprirono inoltre alcuni suicidi avvenuti sempre nella primavera dell’89. Le vittime erano giovani che si trovavano in una clausura punitiva all’interno della comunità. Questi fatti, uniti a quelli sopra citati, hanno portato sempre più persone a interrogarsi sulla effettiva efficacia dei metodi riabilitativi promossi da Muccioli.
Il dibattito sull’eroina riaperto da Sanpa
Il fenomeno dell’esplosione dell’eroina in Italia è centrale in Sanpa. Dalla fine degli anni Novanta, anno in cui termina il racconto di Sanpa, si iniziò sempre più spesso a parlare di poliabuso, ossia di persone che consumavano diverse sostanze, tra eroina, cocaina, e altre droghe sintetiche, e allo stesso tempo sviluppavano forme di dipendenza più tradizionali, dall’alcol al tabacco.
Sanpa ha cambiato la percezione sociale delle tossicodipendenze. Con il passare del tempo, chi fa uso di stupefacenti è sempre più incluso nella società, e assumere droghe ha sempre meno significato per l’accettazione sociale.
E’ anche grazie alla serie Sanpa, che si è riacceso il dibattito politico sulla legalizzazione delle cosiddette droghe leggere, in particolare della cannabis. Nella discussione si vedono contrapposti proibizionismo e antiproibizionismo, e si dibatte anche sugli aspetti scientifici e medici del problema.