La Trimurti del centrodestra piemontese è sempre in fibrillazione. Risolto il problema del candidato sindaco di Alessandria, con la riconferma del sostegno al leghista Cuttica, si è aperto il fronte di Biella con i meloniani che hanno annunciato l’imminente caduta del sindaco leghista Corradino (che non si è proprio contraddistinto per un grande lavoro amministrativo). Mentre sulle altre candidature in vista delle elezioni di primavera, tutto resta ancora da definire, a partire da Cuneo.
Ufficialmente la Trimurti deve andare incontro alla classica “verifica politica” che, tradotto in italiano, significa semplicemente una diversa spartizione delle poltrone e delle deleghe. Perché di analisi politica, di confronti sulle idee, di cambiamento di rotta rispetto alla mancanza di iniziative della giunta regionale, proprio non si discute.
Come se affidando a Fdi una delega in più sulla casa si moltiplicassero per magia le iniziative in ambito culturale, migliorasse il servizio dei trasporti, si rilanciasse l’economia. D’altronde i progetti non ci sono, dunque è sostanzialmente irrilevante scoprire chi non li realizza. Però ciascuno deve piantare le proprie bandierine. Deve dimostrare di contare qualcosa, di essere più importante degli altri membri della Trimurti. Definirli “alleati” pare decisamente eccessivo. Tutt’al più dei compagni di strada di cui non si riesce a fare a meno anche se il desiderio sarebbe forte.
È proprio la mancanza di progetti il vero elemento di rottura. Se ci fossero obiettivi condivisi, al di là delle poltrone, si dedicherebbero gli sforzi e le tensioni alla fatica per realizzarli. Invece, non sapendo che fare, si dedica il tempo alle risse interne, alle maldicenze, ai tentativi di posizionarsi all’interno dei rispettivi partiti e poi all’interno della Trimurti. Con lo splendido risultato di aver già iniziato a tirare la volata ad un centrosinistra che deve solo evidenziare, ogni volta, l’incapacità di realizzare qualcosa di utile, o anche solo di pensarlo.
La gigafactory di Stellantis ha preso la strada di Termoli, ma in Piemonte si festeggia per aver ottenuto l’Eurovision (e pazienza se l’han portato a casa Sacco e Appendino). Pochi giorni di festa e musica al posto di una grande fabbrica stabile. C’è da festeggiare per i disoccupati piemontesi..
I collegamenti ferroviari continuano ad essere pessimi, ma l’assessore regionale non va certo a protestare con Trenitalia. Manca una politica culturale di qualsiasi tipo. Ma il problema è la spartizione delle deleghe degli assessori. Bisognerebbe cambiarne più di uno, ma gli equilibri nella Trimurti impediscono ogni scelta di semplice buon senso ed utile per il Piemonte.