Quando la coperta è corta, a forza di tirarla si rischia di strapparla. Ed in Piemonte la coperta politica è cortissima. Così i nomi si ripetono in continuazione e consiglieri comunali si ritrovano a fare anche gli assessori regionali. Con dubbi risultati su entrambi i fronti. Qualcuno, per fortuna, quando viene ripresentato nella propria città va incontro ad un sonoro schiaffone da parte degli elettori del proprio partito. Schiaffone che non insegna nulla, ovviamente, perché le poltrone regionali sono cosparse di bostik, di vinavil. Non ci si stacca più.
Però le elezioni politiche si avvicinano e, nella Trimurti del centrodestra compare persino la tentazione di presentare qualche candidato capace. Oddio, la tendenza prevalente è sempre quella chiaramente indicata da Crosetto, uno dei fondatori di Fdi: il partito decide e gli elettori devono smettere di fare gli schizzinosi. Devono votare e basta, senza fare i difficili sulla qualità del candidato. Si è visto benissimo alle recenti elezioni a Cuneo, Mondovì, Alessandria, Chivasso. La Trimurti ha scelto e gli elettori sono rimasti a casa.

Inevitabile, dunque, che qualcuno cominci a pensare che sia meglio presentare candidature di qualità. Non tutte, per carità. Ma almeno qualcuna, in ogni formazione della Trimurti. Come quella di Federico Riboldi (Fdi) che ha lavorato bene come sindaco di Casale Monferrato. Già, ma si ripropone il dilemma dantesco: “Se io vo, chi rimane? Se io rimango, chi va?”. Mica facile individuare una soluzione che sia allo stesso livello come primo cittadino o come parlamentare.
Meno complessa la vicenda del leghista Massimo Giordano, ex assessore regionale e poi parcheggiato in attesa di una conclusione delle sue vicende giudiziarie che, secondo logica, dovrebbero finire positivamente. Ma in Italia non sempre la logica si aggira per i tribunali. In ogni caso Giordano potrebbe preferire una poltrona in Europa più che uno scranno a Roma. Difficile, invece, ipotizzare volti nuovi per Forza Italia. Tra sondaggi negativi e tagli dei parlamentari, il problema sarà individuare chi salvare. E cosa prevedere per chi a Roma non tornerà. Il dubbio dantesco, in fondo, vale anche in questo caso. Chi ha comunque una professione da svolgere restando a casa, è anche chi offre la maggior qualità andando a Roma. E qualcuno dei probabili “esuberi” potrebbe provare a rivolgersi a Fdi che, alla luce dei sondaggi, avrebbe più sedie da offrire.
Tra tutte queste incertezze resta, comunque, una sicurezza: al momento della scelta i vertici della Trimurti ignoreranno il parere degli elettori.