Sgomberato il campo dalle beghe sui criteri per indicare il futuro ed eventuale presidente del consiglio (che deve ottenere il placet di Mattarella, ma pare che nessuno se ne ricordi), la Trimurti del centrodestra può dedicarsi a stilare il programma. Come chiesto insistentemente da Berlusconi che non ha più il problema delle liste poiché da Forza Italia se ne vanno tutti.
Dunque il programma. Giusto. Però le prime dichiarazioni degli esponenti della Trimurti non sono particolarmente incoraggianti. Tutto ed il contrario di tutto. Come se a disposizione ci fossero risorse illimitate. E non ci sono. Provvedimenti occasionali, congiunturali. Nulla di strutturale, di strategico. E quando la sinistra avrà finito con la pagliacciata delle pastasciutte antifasciste, avrà gioco facile nel presentare come irrealizzabile e costoso il programma della Trimurti.
Probabilmente non basterà per riconfermare il governo degli oligarchi radical chic, degli immigrazionisti, dei difensori delle bande di criminali che imperversano in ogni città, da Nord a Sud, con la garanzia dell’impunità. Però l’avvio della campagna elettorale della Trimurti sembra fatto apposta per perdere elezioni già vinte, almeno sulla carta. Però anche la sinistra pare voler perdere a tutti i costi. Perché l’autunno si prospetta nerissimo, a causa dei disastri provocati da Sua Mediocrità e dai complici. Dunque, per Letta e compagni, meglio che sia il centrodestra ad andare a schiantarsi. Mentre la gauche avrà gioco facile ad evidenziare errori e fallimenti. Per andare ad un voto anticipato, invocato per salvare il Paese, o per richiamare Sua Mediocrità con pieni poteri e immensi sacrifici per il gregge italico.
Tanto la Trimurti non riesce ad uscire dal cul de sac in cui l’hanno infilata i chierici di regime. Riproponendo vecchi slogan degli Anni di piombo in attesa di cominciare attacchi mirati su cognati miracolati e totalmente inadatti. Non è bastato, evidentemente, il cognato di Fini a mettere in guardia contro ottusi familismi.
L’unico tentativo, patetico, è stato rappresentato dall’invito rivolto ai potenziali elettori del centrodestra di evitare le polemiche e di lavare i panni sporchi in famiglia. Forse l’invito sarebbe stato più convincente se accompagnato dal ridimensionamento o dall’accantonamento di alcuni personaggi che, invece, gli elettori si ritroveranno a dover votare. Perché invece di evitare le polemiche, sarebbe meglio non creare le occasioni di polemiche. Invece prevale l’impostazione di Crosetto: noi candidiamo Laqualunque e voi votate senza protestare.