..E poi arriva Erdogan e rovina i giochi. I maggiordomi europei, per far contento il padrone di Washington, erano già pronti a spalancare le braccia per accogliere nella Nato Finlandia e Svezia. E se per la Svezia i problemi riguardano esclusivamente le reazioni di Mosca di fronte all’ennesima provocazione atlantista, per la Finlandia si tratterebbe anche di stracciare degli accordi internazionali sulla neutralità. Ma si sa, se sono gli atlantisti a violare gli accordi, va tutto bene.
Poi, però, il leader turco – forte del diritto di veto di cui dispone ogni membro della Nato – ha detto “No”. Carlo Marsili, a lungo ambasciatore italiano in Turchia, chiarisce nel corso di un convegno organizzato dal Nodo di Gordio a Vattaro (Trento) che Erdogan non ha posto il veto. Si è semplicemente limitato ad esprimere la sua contrarietà. Che, indubbiamente, potrebbe trasformarsi in un veto successivo. Ma proprio per il modo in cui si è espresso Erdogan, l’ipotesi più verosimile è che la Turchia voglia trattare per ottenere qualcosa in cambio.
Partendo dagli armamenti che gli Usa non vogliono fornire benché anche la Turchia faccia parte della Nato. E poi pretendendo da Stoccolma ed Helsinki un atteggiamento diverso (molto diverso) nei confronti delle organizzazioni curde che i due Paesi scandinavi proteggono e che Erdogan – e non solo lui – considera terroriste,
La Turchia, insomma, punta su diplomazia e negoziato mentre gli atlantisti preferiscono le provocazioni senza sosta. Organizzando esercitazioni militari in Georgia, che non fa parte della Nato, con conseguente organizzazione di un referendum nell’Ossezia del Sud per entrare a far parte della Federazione Russa.
Uno scenario sempre più fosco. Ed il ruolo della Turchia diventa sempre più rilevante. Perché Ankara dialoga con i russi in Siria, è su posizioni opposte in Libia, ha fortissimi contrasti con la Grecia a Cipro e per le isole greche a poche miglia dalle coste turche, ha pessimi rapporti con la Francia. Una posizione ambigua ma che, proprio per questo, potrebbe consentire a Erdogan di dialogare con entrambi gli schieramenti impegnati nella guerra in Ucraina. Ma ai burattinai di Biden il dialogo non interessa. Voglio l’annientamento della Russia, l’eliminazione di Putin. Ed hanno subito bloccato Zelensky quando il presidente ucraino ha ipotizzato di rinunciare alla Crimea.
Mala tempora currunt..