Formalmente è ancora in carica il governo dei Migliori, con Sua Mediocrità e con Giggino al ministero degli Esteri. E mentre questi personaggi che hanno creato nuova povertà in nome del servilismo atlantista stanno passando le consegne alla “destra fluida”, sull’altra sponda del Mediterraneo si intensifica l’offensiva della Turchia di Erdogan. In Libia, innanzitutto, ma anche in Siria. Giggino, ovviamente, se ne frega perché deve pensare a come utilizzare il vitalizio. Ed i destri fluidi devono già occuparsi degli ordini di Biden a proposito dell’Ucraina. Mica possono seguire le vicende della Libia.
Così, davanti alla porta di casa, Ankara rafforza la propria presenza in Tripolitania, invia le proprie truppe, addestra quelle di Tripoli, stila nuovi documenti per accrescere il proprio ruolo nell’esplorazione, estrazione e distribuzione di gas e petrolio. E, come riporta Agcnews, non lo fa in quanto partner esterno, ma ricordando che esiste una comunione di base che risale a 500 anni orsono. Dunque le truppe turche non devono essere considerate come un esercito esterno ma come parte di un’unica realtà che unisce Ankara e Tripoli. Siamo, in pratica, alla riedizione dell’impero ottomano.
Limitato, certo, perché la Libia resta comunque divisa. Ma l’impero di Erdogan si allarga in Siria, dove nei fatti è in corso una spartizione con il governo legittimo di Damasco. Una spartizione che passa anche attraverso una sorta di suddivisione religiosa: nei territori sotto il controllo di Ankara gli sciiti vengono cacciati e sostituiti da siriani sunniti. Mentre il contrario avviene nelle aree controllate dal governo di Damasco.
Al di là dei singoli interventi, è però sempre più evidente il ruolo che si sta conquistando Erdogan sulla scena internazionale, nonostante le forti difficoltà interne anche per ragioni economiche. Da un lato la riedizione di un piccolo impero ottomano, anche se frenato dai difficili rapporti con alcuni dei Paesi chiave di quello che fu l’impero. Dall’altro la credibilità internazionale – quella vera, non quella inventata da giornalisti servili per glorificare Sua Mediocrità Mario Draghi – che consente a Erdogan di mediare tra Russia e Ucraina, di far sbloccare grano e gas, di far viaggiare fertilizzanti, di far parte della Nato pur guardando alle nuove collaborazioni in Asia.
Ovviamente nessuno poteva illudersi che la coppia Draghi/Di Maio potesse competere con un simile dinamismo. Ovviamente nessuno può illudersi che la destra fluida possa uscire dal suo ruolo di fedele domestica di Biden.