Sempre più attuali le raccomandazioni del Duca Carlo Emanuele I ai neo feudatari della Val Maira.
Il trattato di pace tra Carlo Emanuele I e Enrico IV re di Francia del 1601 riconosceva la sovranità sabauda sul Marchesato di Saluzzo, madisponeva che “..alcun abitante del marchesato non avrebbe potuto essere molestato per aver prima seguita la parte avversa… e che le terre ne sarebbero state mantenute nelle loro franchige e privilegi…” .
A dispetto di quanto sancito, l’anno dopo il Duca iniziò a infeudare la valle Maira e per ogni comune arrivò un feudatario.
Una di quelle famiglie prese il nome dal nuovo feudo, sono i “Lamarmora” che nel 1610 furono infeudati a Marmora e Canosio.
Con la mia valle il Savoia aveva dei conti in sospeso perché era stata l’unica a schierarsi in armi a fianco del re di Francia e a dichiarargli guerra, non si poteva certo lasciare che un covo di ribelli continuasse a autogovernarsi in base a statuti vecchi di quattrocento anni.
I valligiani cercarono di difendere la loro terra e le loro libertà in un modo epico, anche se fin dall’inizio era chiara la sproporzione delle forze in campo.
Per trent’anni si protrasse un conflitto che aspetta ancora di essere studiato e raccontato.
Inizialmente fu lotta armata, poi, dopo il 1601, si trasformò in quello che ora chiameremmo resistenza e si spostò anche sul piano religioso, quasi tutta la valle aderì alla riforma, infine si trasformò in atti
ostili nei confronti dei feudatari mandati da Torino.
La normalizzazione di questo covo ribelle richiese molto tempo, ci pensarono le truppe mercenarie spagnole, i feudatari e per quanto riguardava la religione se ne occuparono i cappuccini.
Tutti agirono con i “modi virili” raccomandati da un Duca figlio del suo tempo.
L’ultimo passo formale in difesa delle secolari libertà fu la lite nei confronti dell’insediamento del nuovo feudatario sostenuta davanti alla Camera ducale del Conti dai comuni di Prazzo, Ussolo e San Michele (ora sono un unico comune), ma, nonostante che la pace di Lione imponesse il ripristino delle autonomie precedenti, la sentenza diede loro torto in quanto “..essere in facoltà del Principe di derogare a patti particolari pel bene generale dello Stato..”.
Anche allora il Principe agiva in “stato di eccezione”, così andavano a quel tempo le cose e così vanno ora.
Così persero le loro antiche libertà gli “uomini, & Comunità delle Terre di tutta la valle di Mayra”.
Una raccomandazione ai nuovi feudatari però il Duca la fece, dopo che uno di loro fu ritrovato spolpato in un formicaio consigliò loro di occuparsi del feudo rimanendo nelle loro abituali residenze senza risalire una valle “popolata da gente infida e crudele”.
Tracce residuali di quell’antico senso di libertà si sono mantenute in Val Maira.
Durerà? Penso proprio di sì.
2 commenti
ANCHE OGGI DOBBIAMO CONTRASTARE IL GOVERNOI CENTRALE CHE VUOLE CREARE UNA DITTATURA.
SIAMO IN PERICOLO E LA COSTITUZIONE VIENE VIOLATA CON LASCUSA DEL COVID 19
ANCHE OGGI DOBBIAMO CONTRASTARE IL GOVERNOI CENTRALE CHE VUOLE CREARE UNA DITTATURA.
SIAMO IN PERICOLO E LA COSTITUZIONE VIENE VIOLATA CON LA SCUSA DEL COVID 19
LA LIBERTA’ DOVRA’ ESSERE RISPETTATA. BASTA SOPRUSI DA PATEDEL GOVERNO DRAGHI CHE DISTRUGGE L’ECONOMIA ITALIANA CON ENORMI SPRECHI DI RISORSE CHE DOVREMO PRESTO RESTITUIRE !!!