Ed alla fine ne resterà uno solo. O forse nessuno. In Valle d’Aosta la sfida per eleggere 1 deputato ed 1 senatore vede scendere in campo, per Palazzo Madama, due pesi massimi che, difficilmente, sopravviveranno politicamente ad una sconfitta. Da un lato l’imperatore, Augusto Rollandin, che a Roma è già stato ed ha più volte presieduto la Regione Valle d’Aosta. In passato alla guida dell’Union Valdôtaine, ora in rappresentanza dell’ennesimo partito autonomista, Pour l’autonomie.
Contro di lui Nicoletta Spelgatti, leghista, per un breve periodo presidente regionale. Ora espressione di un’alleanza di tutto il centrodestra. Quel centrodestra che, solo pochi anni orsono, non era riuscito a conquistare neppure un consigliere regionale e che adesso, sull’onda del trend nazionale, potrebbe ottenere l’unico senatore previsto in Valle. In corsa c’è anche Patrik Versan, scelto dal Pd all’interno di una coalizione che comprende anche l’Union Valdôtaine, le altre formazioni autonomiste tradizionali e pure Calenda.
Difficile immaginare che l’esito delle elezioni politiche non abbia conseguenze sulla confusa ed instabile situazione politica regionale. Di fatto l’attività amministrativa locale è in continua fase di stallo. Strategie inesistenti, interventi limitati ed insufficienti in ogni campo. Inevitabile, considerando l’incertezza perenne a proposito di maggioranze. Tra tentativi di ribaltoni, alleanze sfumate all’ultimo istante, difficoltà nella spartizione di poltrone.
Però la sfida Rollandin/Spelgatti è davvero un duello all’ultimo sangue. Chi perde potrebbe davvero veder conclusa la propria carriera politica. L’imperatore perché vedrebbe la fine del proprio carisma che gli ha consentito di superare mille difficoltà. Spelgatti perché, dopo l’infelice esperienza come presidente regionale, non può permettersi un’altra sconfitta in un momento d’oro per il centrodestra nazionale. Se, poi, le urne dovessero premiare Versan, sarebbe il Pd a fare strike, eliminando due avversari di peso e zittendo anche le polemiche che non mancano nella coalizione elettorale, anche per ciò che riguarda la scelta dei candidati.