Robert Musil la scoprì durante la Grande Guerra. E ne restò incantato. O meglio stregato.
Una valle a poche decine di minuti macchina da Trento. Meno ancora dalla Valsugana. Si raggiunge l’altopiano di Pinè, luminoso, con i suoi due laghi montani e col Santuario della Madonna della Comparsa. Il più importante luogo di culto mariano dell’arco alpino orientale. A Montagnaga.
Poi ci si inerpica per una strada stretta sino a 1600 metri e oltre. Dopo una galleria, tutto cambia. Alla luce diffusa della Valsugana, al verde intenso e smeraldino del Pinetano, si sostituisce un paesaggio cupo.. Boschi fitti. Oscuri. Diversa è la luce. Diversa la tonalità del verde.
Sempre intenso, certo. Ma è il verde del sottobosco. Dalle tonalità che vanno dallo smeraldo intenso sino, quasi, al nero. E allora cominci a comprendere Musil. Vi è davvero qualcosa di stregato in questo luogo. Una sorta di presenza, o meglio presenze al plurale, che avverti, senza vederle. Non con gli occhi, almeno.
Perché l’atmosfera ha qualcosa di arcaico. E di arcano. E il nome stesso della Valle, e del popolo che la abita da secoli, e non in villaggi, ma in una costellazione di Masi, suona in modo strano. Mocheni. Mi dicono che deriva dal tedesco “Machen”, Fare. Nella versione di un dialetto del ‘400.. Fare, perché erano genti che facevano. Un lavoro pesante. Minatori. Portati lì, anzi deportati, per scavare, come gnomi, nelle viscere di quella terra isolata e per loro remota. Dove portarono la loro lingua, oggi incomprensibile anche a un tedesco. I loro usi. Le loro tradizioni e i loro piatti, poveri ma dal forte sapore.
La ricchezza vera del nostro paese sono anche luoghi come questa Valle. Magici e isolati. Fuori dal tempo.. Un mosaico di etnie, culture, storie. Ogni tessera ha una sua specificità. Una sua bellezza. E tutte le tessere insieme compongono un capolavoro. Che sarebbe assurdo voler ridurre ad una qualche uniformità. Rendere grigio. E insapore.
Valle dove le streghe si riuniscono per il Sabba. E dove circolano anche storie di fantasmi. Di vampiri, probabilmente giunte dall’Europa Centrale. O dai Balcani.
E in una sera come questa tutto ciò ti sembra, incredibilmente, vero. Reale. Tutto, intorno, è nebbia fitta. Come se fosse novembre, e non la metà di Luglio. A novembre, però, qui c’è un un metro e mezzo di neve, mi dice un amico…. e il paesaggio deve essere ancora più suggestivo, penso. Come trovarsi in una vecchia cartolina natalizia. E dai Masi sembra di vedere uscire gli gnomi. Quelli delle storie su Babbo Natale…
Ci sediamo a tavola. Una decina di vecchi amici. Qualcuno che si è aggiunto solo quest’anno. Perché è un anno esatto che non ci si vede, causa… ma ora non ho voglia né di parlarne, né di pensarci. Tanto serve a ben poco. Mai come oggi mi sembra sensato il Carpe Diem di Orazio. Viviamo l’oggi. Domani… Si vedrà.
Il locale è accogliente. Caldo. Una stube in legno. Dai finestroni si può vedere la Vallata che diventa sempre più oscura. Comincia a piovere. Forte. E a tuonare.
Dentro è allegria. Il vino è arrivato subito. Scherzi, battute… il riannodarsi di discorsi restati in sospeso….
Siamo tutti uomini. Riunione sessista dirà qualcuno. È di moda dire stupidaggini. In verità, le presenze femminili ci raggiungeranno da domani.. Per varie ragioni, stasera erano altrove o altrimenti impegnate. Mi balocco col pensiero che forse sono lì, a fondo Valle. Nella nebbia, a danzare coi capelli sciolti di fronte ai fuochi. Certo è una suggestione. Un effetto collaterale della Valle Stregata.
Arrivano i cibi. fumanti e profumati. Il Burbiz ci ha fatto i suoi famosi Kropfen. Come li sa fare solo lui. una ricetta segreta. Enormi ravioli di farine varie, ripieni di verza, cipollotti, e ben 14 tipi di formaggi diversi. Nuotano nel burro fuso. Il colesterolo ringrazia e festeggia. Ma chi se ne frega….
Poi goulash. Cervo in umido. E polenta rozza, cotta nel pajolo di rame. Come si fa da secoli.
La Treccia Mochena. Strudel di crema e mirtilli. Festeggiano anche trigliceridi e glicemia…. ma… come sopra.
Infine, la grappa alle erbe. Distillata in casa. Qualcuno comincia a cantare. Vecchie canzoni… fuori la pioggia insiste. E le streghe, bellissime, nella mia mente, ridono felici….
Il Wks annuale de Il Nodo di Gordio è iniziato. Nonostante tutto.
Non poteva iniziare meglio… forse…