Non è più il tempo delle navi dei negrieri che solcacavano l’oceano, e riversavano centinaia, migliaia di africani, rapiti alle loro terre, sulle coste dell’America. Non è più il tempo dei campi di cotone, delle catene, degli spirituals che trasudavano nostalgia sotto il sole del Sud. Non è più il tempo di “Via col vento” o de “La capanna dello zio Tom”, di John Brown, della saga narrata in “Radici”…
Bella forza…. La schiavitù è stata abolita in tutto il mondo civile. E democratico. Negli Stati Uniti hanno fatto pure una guerra civile per questo…

All’immaginario interlocutore – ormai sono ridotto a parlare con me stesso e a contraddirmi… anticamera del manicomio – mi verrebbe da rispondere che la Guerra Civile Americana da tutto fu determinata tranne che dal nobile scopo di liberare gli schiavi. E che, per altro, la schiavitù continua e persiste in quello che usiamo chiamare Terzo o Quarto (fate un po’ voi) mondo. Con lo sfruttamento del lavoro, anche e sopratutto minorile, da parte di Multinazionali che hanno la loro testa, e il loro capace stomaco, proprio nei paesi alfieri della democrazia e della libertà…
Ma sarebbe discorso lungo, noioso… e che mi farebbe facilmente bollare come marxista e terzomondista, cosa che, inutile dirlo, non sono…
E poi non è di questo che vorrei parlare. Non della schiavitù storica, quella che si trova nei libri di scuola.
Piuttosto… del come si diventa schiavi. Di come ci si rende disponibili ad essere ridotti in schiavitù.
Perché, oggi, le catene non sono visibili. E i negrieri non si presentano con fruste e navi dalle sentine maleodoranti e cupe. E non vi sono pubblici mercati ove viene trattato il prezzo della vita di uomini e donne.
Eppure, la schiavitù continua ad esistere. Anzi, è più diffusa di quanto si possa credere. E la condizione servile, ovvero quella dell’uomo non libero, che deve rispondere ad altri, che deve lasciare altri decidere per lui su ogni aspetto della vita, si sta allargando a macchia d’olio.

Non voglio scomodare Von Hayek, in fondo l’unico pensatore liberale ( o liberista) che mi ha sempre colpito. Per l’acume, l’onestà intellettuale. E, soprattutto, per quella vena di scettico realismo chi attraversa la sua opera. E mi limito a rubare il titolo alla sua opera più famosa. Un titolo che, per altro, risuona di antiche eco. Perché dal pensiero classico, da Seneca soprattutto, deriva l’idea che gli uomini divengono servi per loro colpa. O, se volete, per loro scelta.
Certo, tutti a parole vogliono essere liberi. E tutti inorridiscono all’idea delle pesanti catene e della frusta. Vi sono, però, catene invisibili che, in apparenza, non pesano. Ma legano più delle altre. E vi sono fruste che non lacerano le carni, anzi, sembrano vellicarle e carezzarle. E sono le peggiori. Le più pericolose. Perché chi soffre davvero, prima o dopo è spinto alla rivolta. Come il Nat Turner di William Styron. I romanzo più intenso e tragico sullo schiavismo.
Se le catene sono morbide, seducenti, se sono catene mentali, le cose cambiano profondamente. Lo schiavo si adatta, si adagia. Quasi si affeziona alla sua condizione. Ed è come l’uccellino da troppo tempo in gabbia, che non vuole volare più nel cielo libero. Anche se tu quella gabbia gliela apri.
Un esempio. Zona arancione. Le scuole possono riaprire. Almeno elementari e medie. Finalmente. I danni ai ragazzi sono stati ingenti. Non solo per quanto riguarda istruzione, preparazione… lacune, accumulate, che pagheranno per tutta la vita. Ma anche, anzi soprattutto, sotto il profilo psicologico. Se ne parla poco, ma depressioni, crisi, attacchi di ansia, persino atti di autolesionismo sono all’ordine del giorno. Una tragedia di cui i Media non parlano. Troppo impegnati a raccontarci del decesso per Covid di qualche ultra centenaria…

Bene, la riapertura delle scuole dovrebbe venire vista come una boccata d’aria. Uno spiraglio, almeno. Ma molti genitori non sono d’accordo. Vorrebbero che i figli restassero perennemente in DAD. Non parlo per sentito dire. Lo sto vivendo sulla mia pelle. E, soprattutto, su quella di mio figlio. Questo sentito oggi in chat.
“Ma come si fa coi contagi in aumento? Io lo tengo a casa!”
“E se poi a Pasqua contagiano i nonni?”
“Io sono in smartworking. Per me è più comodo se lui resta in DAD. Così non lo devo accompagnare…”
Non continuo. Perché mi viene la nausea. Ai tuoi figli viene negata ogni libertà per mesi, ogni diritto, viene negato il futuro … e tu non solo non ti ribelli, ma chiedi che si vada avanti così… perché è più sicuro, più comodo…
E questo è solo un esempio. Ne potremmo trarre tanti, da ogni ambito di questa società disgregata.
Fra poco non saranno più necessari DPCM e simili atti. Non si dovranno più imporre con multe e gendarmi le mascherine, i distanziamenti, il coprifuoco e altri soprusi. Ci siamo abituati. Troviamo tutto ciò rassicurante. Persino comodo.
Siamo schiavi felici di portare le catene…
2 commenti
Il problema che resta è che a settembre, lo ha detto il ministro, vorrebbero imporre vaccini ai bambini. Il problema è che la schiavitù agli italiani piace se fanno i relatori coi vicini e festeggiano l’Inter in piazza ma non manifestano in categorie unitarie puntando su Berlino, il vero motore. Il problema è che una scuola così squallida e manipolata da pseudoautori, pseudoscientifiche, pseudoministri (c’è da rimpiangere la Falcucci) con programmi da dementi non ha ragione di frequenza posto che anche ginnastica viene fatta con la mascherina, non si gioca, non si socializza, non si studia, non si pensa, si muore di noia, di ignoranza, di bugie.
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