Cosa c’è di “patriarcale” in un ragazzetto debolissimo che, a poco più di 20 anni, non è in grado di affrontare la fine di una breve storia d’amore? Cosa c’è di “patriarcale” in un atteggiamento che dimostra solo il suo ruolo di subordinazione all’interno della coppia? Assolutamente nulla. Ma, come sempre, quando scatta la parola d’ordine il gregge italiota si mette in marcia. Confondendo forza con debolezza, pensando che la violenza sia una prova di forza e non una dimostrazione di fallimento totale.
Ma l’armocromata Elly ne ha subito approfittato per lanciare la proposta di corsi scolastici destinati all’insegnamento dei corretti rapporti affettivi. Il cavallo di Troia per introdurre tutto l’armamentario di sciocchezze sul “genere”. E, ovviamente, la destra fluida di governo si è subito allineata. Inevitabile, non avendo idee proprie e dovendo attendere il placet di RimbanBiden anche per andare al cesso.
Tra l’altro manca completamente, ai politici, la consapevolezza che la reazione sana di un adolescente sarà quella di comportarsi in modo opposto rispetto agli insegnamenti di docenti privi di qualsiasi carisma. Basti pensare al rifiuto, in età scolastica, di Dante e Manzoni che, eventualmente, vengono riscoperti quando la lettura non è più un obbligo ma diventa un piacere.
Mentre chi deciderà di seguire l’indottrinamento politicamente corretto si ritroverà a deprecare – com’è giusto che sia – ogni violenza nei confronti del partner fisicamente più debole (e non è detto che sia una ragazza), salvo poi non essere in grado di gestire la propria storia d’amore in quanto privo di forza interiore.
Eppure basterebbe, al posto di insopportabili lezioni scolastiche, ricordare le indicazioni della “saggezza popolare”. Le banalità, ricche di buon senso, tipo “Si chiude una porta e si apre un portone” o “Non si muore per amore”. Non si muore e non si uccide. Perché si ha la forza per guardarsi intorno, per capire che ci sono altre mille opportunità.
D’altronde siamo passati dalle canzoni in cui non si andava ad un appuntamento senza un fiore (pur senza confondere il sesso con l’amore) a brani di rumori intestinali intervallati da inviti a stupri e violenze. Da testi in cui si spiegava che la fine di un amore non era la fine del mondo ed anche un divorzio poteva essere gestito con tenerezza e rispetto ad altri dove è fondamentale odiarsi ed insultarsi.
Sono questi gli insegnamenti che pesano davvero, non quelli di insegnanti disprezzati ed ignorati.
Così la lotta al patriarcato inesistente si trasformerà in un ulteriore indebolimento psicologico del maschio, totalmente incapace di accettare un rifiuto e, per questo, sempre più incattivito e violento.