Significativi alcuni dati su cui riflettere:
10%, è il PIL globale stimato potenzialmente a rischio per eventi metereologici estremi; 60%, sono gli incidenti automobilistici mortali che avvengono in condizioni di pioggia; 870.000, sono i decessi avvenuti su scala globale, fra il 1980 e il 2014, a causa di pioggia; 70%, i blackout dovuti a fenomeni metereologici e più del 30% il potenziale idroelettrico di un bacino che dipende dagli accumuli nivali.
Parliamo di questi numeri con Paola Allamano, CEO di WaterView, Start-up attualmente inserita nell’Incubatore Imprese Innovative del Politecnico di Torino, è specializzata nell’ideazione di sistemi intelligenti per il monitoraggio di fenomeni atmosferici e parametri ambientali.
Tre le variabili considerate:lunghezza focale, tempo di esposizione e apertura del diaframma; più semplicemente, l’analisi di strisce luminose lasciate dalle gocce d’acqua – in una fotografia o in un filmato effettuati in condizioni di pioggia – elaborata da un algoritmo attraverso un sistema cloud di raccolta dati.
L’esigenza alla base
Un monitoraggio pluviometrico più diffuso ed economico trasformando gli apparecchi di visione tradizionali in strumenti capaci di vedere e misurare la pioggia.
Le potenzialità
sono innumerevoli: certificazione eventi localizzati nel settore assicurativo, pianificazione trattamenti fitosanitari e irrigazioni nell’agricoltura, segnalazioni su visibilità e condizioni stradali: solo alcune delle tante, tutte in uno scatto!
2 commenti
Davvero molto interessante
Questo articolo è molto interessante. Il monitoraggio pluviometrico l’ho sempre immaginato come fine statistico. Invece trova applicazione su diversi fattori. L’articolo descrive il tutto molto chiaramente.