Sesso, droga, rock&roll e, naturalmente, complotti. Ci sono tutti gli ingredienti nell’ultimo romanzo di Giancarlo De Cataldo “L’Agente del Caos”, uscito un paio di settimane fa nella collana Einaudi Stile Libero.
L’autore di “Romanzo Criminale” è un abile affabulatore e anche stavolta riesce a mettere insieme gli ingredienti giusti di una spy story/thriller che non mancherà di tenere incollati alla pagina i suoi numerosi estimatori.
Il protagonista del romanzo è uno scrittore romano, che si imbatte in un avvocato californiano, tale Flint, che entra in contatto con lui per via della pubblicazione di un romanzo su Jay Dark, un agente provocatore la cui missione era introdurre alte quantità di droga tra i partecipanti ai moti rivoluzionari degli anni Sessanta – Settanta. Flint vuole raccontare la vera storia di Jay Dark al protagonista in quanto è stato testimone diretto dei fatti che nel libro erano piuttosto romanzati e lontani dalla realtà.
Da qui parte una ridda di vicende che attraversano un periodo che va dai primi anni cinquanta alla metà dei settanta, tra servizi segreti deviati, ex nazisti, trafficanti di stupefacenti e terroristi.
La storia è ben raccontata. Tuttavia De Cataldo non riesce a sottrarsi al solito clichet dei cattivi servizi segreti americani che, questa volta, sarebbero responsabili niente meno che della diffusione delle droghe pesanti tra i contestatori del ’68 per affievolirne la carica rivoluzionaria.
Insomma, un film già visto e rivisto. Ma un film che vedremo in futuro se è vero quanto riporta il risvolto di copertina che afferma “i diritti tv de L’Agente del Caos sono stati acquistati prima della sua uscita in libreria”.
E la domanda sorge spontanea: si tratta di un romanzo o della solita sceneggiatura? Di una prova letteraria o di un’operazione di puro marketing?
Lascio risolvere il quesito ad altri. Se non altro “L’Agente del Caos” si discosta dalla tanta spazzatura che riempie le classifiche dei libri più venduti.