Poco meno di 400 miliardi di dollari in sussidi a sostegno delle industrie ecologiche statunitensi ai sensi dell’Inflation Reduction Act. E persino a Bruxelles si svegliano dal letargo servile nei confronti di Washington. A Bruxelles, ma a Roma no. Atlantismo pronto, cieco ed assoluto. “Gli Stati Uniti – ha spiegato Tonino Pikula, eurodeputato a capo della commissione per le relazioni transatlantiche – perseguono un’agenda interna protezionistica e discriminatoria nei confronti degli alleati”.
In pratica nell’Unione europea cresce la consapevolezza che Washington sta utilizzando le sanzioni imposte dai Paesi europei contro la Russia per distruggere l’intero sistema industriale del Vecchio Continente. Utilizzando l’energia a basso costo negli Usa come vantaggio competitivo nei confronti delle aziende europee.
Ma, per essere sicuri di spazzare via definitivamente la concorrenza europea, gli Usa hanno fatto scendere in campo anche Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato. Che, come ha raccontato Agcnews, prima ha offerto un contentino agli europei, ammettendo che sostenere la guerra di Biden e Zelensky è particolarmente costoso per gli atlantisti. Poi, però, ha avvertito che l’Europa deve fare ancora qualche piccolo sacrificio. Rinunciando al mercato cinese dopo aver perso quello russo. E, dunque, rassegnandosi ad un ruolo subordinato nei confronti dell’economia statunitense. Senza dimenticare il servilismo politico.
Curiosamente in Italia nessuno pare accorgersi dei timori dell’Unione europea. Eppure tutti si dichiarano europeisti. Ma i mercanti di armi possono ignorare la crisi di tutti gli altri settori economici. Ed il problema è che il governo italiano risponde ai mercanti di armi e ignora le difficoltà delle famiglie e delle aziende costrette a confrontarsi con chi, negli Usa, gioca con le carte truccate.