Sono pochi, molto pochi. Circa 50mila in tutta l’immensa Groenlandia. Però sono sempre le minoranze ad indicare la strada per le rivoluzioni. In questo caso ambientali. Comunità Inuit, questo il nome del partito, ha vinto le elezioni sconfiggendo i socialdemocratici che governavano dal 1979. Ovviamente i media di servizio si limitano a definire “Verdi” i vincitori delle urne, ignorando il senso delle parole. Se hanno scelto di definirsi “Comunità” è perché sono molto ma molto lontani dai fighetti urbani seguaci di Greta.
La vittoria ha indubbiamente caratteristiche ambientaliste, poiché la Comunità si oppone allo sfruttamento minerario di una montagna vicina alla capitale. Uranio e Terre rare che avevano suscitato gli interessi di una compagnia australiano/cinese. Due Paesi, Australia e Cina, in forte contrasto geopolitico, ma che non hanno problemi di fronte alla prospettiva degli affari.
I soldi pagati per lo sfruttamento dei giacimenti sarebbero serviti alla a Groenlandia per staccarsi definitivamente dalla Danimarca a cui l’Isola appartiene anche se gode di una ampia autonomia. E le sirene internazionali non mancano. A partire dagli Usa che vorrebbero trasformarla in un avamposto militare oltre che in un’area da sfruttare per le risorse minerarie. Senza dimenticare che, con lo scioglimento dei ghiacci, le rotte polari diventeranno sempre più importanti per i commerci mondiali.
La Comunità Inuit, però, ha deciso altrimenti. Con un gesto simbolico, perché ha difeso un monte ma non impedirà sfruttamenti minerari in altre aree. Però rinunciando comunque ad una montagna di denaro per ribadire il proprio diritto a vivere a modo proprio. L’ambiente non si difende saltando la scuola il venerdì per poi andare in piazza fumando e gettando i mozziconi per terra in attesa che il Suv di papà venga a recuperare il pargolo al termine della “lotta”.
Sono pochi e sono lontani. Ma la Groenlandia è pur sempre l’Isola da cui sono partiti i Vichinghi per arrivare in America, ben prima di Colombo. Un simbolo, un percorso indicato che altri seguiranno.