Per i diversamente giovani – ovvero persino più vecchi del nostro Direttore – “L’amico del giaguaro” è un film del ’58, con Walter Chiari. Che fu attore grandissimo, poco valorizzato da critica e produttori. E distrutto, infine, da una cattiveria alla quale, essendo in fondo un ingenuo, era impreparato. Indifeso. Accanimento e mancanza di riconoscimento del suo valore dovuto, dicono, al suo carattere, e ad una vita disordinata. Tuttavia ho il sospetto che molto fosse causato anche dalla sua abitudine di salutare, dal palcoscenico, gli spettatori della prima fila e poi, alzando il braccio con gesto casuale: e quelli della Decima!
Chi ha orecchie per intendere…
Comunque, questo “Amico del giaguaro” è la classica commedia anni ’50/60. Una storia di ladri e di truffe sullo sfondo di un’ Italia povera, ma ancora pulita. Un fuoco di fila di battute e scene frenetiche, grazie anche alla presenza, sempre incisiva, di un grande Mario Carotenuto e di un giovane Carlo delle Piane. Senza dimenticare il lato puramente estetico. Elke Sommer. Che ha turbato i sogni di molti adolescenti. Ora, se vivi, ultra settantenni.
Un filmetto, dicevo. Come tanti. Che, però, se fosse stato prodotto ad Hollywood, con altri mezzi, farebbe parte ora della storia del cinema. Con più diritto di pellicole come “Ocean Eleventh”. Mortalmente noioso.
Comunque qui non interessa il film. Ma il titolo. Che ebbe molta fortuna. Visto che divenne una trasmissione di inizio anni ’60, condotta da Corrado. E famosa, soprattutto, per il trio Bramieri, Pisu, Del Frate. Andate a vedere qualche spezzone. Soprattutto voi giovani. Forse comincerete a capire la differenza tra umorismo e stupida volgarità.
L’ espressione “amico del giaguaro” sembra venire da una storiella. Un appassionato di caccia dice ad un amico che ha intenzione di andare a caccia del giaguaro. Ma questo gli solleva tutta una serie di dubbi, perplessità et cetera… Fino a che il cacciatore, stufo, gli dice: oh, ma tu sei amico mio o del giaguaro?
Scema, lo so. Ma allora faceva sorridere. Anche perché non c’erano gli ambientalisti fanatici che avrebbero, davvero, preso le parti del felino…
Comunque, è diventata espressione proverbiale. E starebbe ad indicare uno che in apparenza sta da una parte, ma sotto sotto simpatizza per la parte avversa. Non proprio una spia o un traditore. Per quello vi sarebbe una espressione più antica e seria: lavora per il Re di Prussia.
Qui si tratta piuttosto di un amico malfido…uno che si augura che la parte per cui è in campo, perda. Insomma, un giocatore della Lazio che, in occasione del derby, scommette sulla Roma…
Tutta questa, lunga, promessa per dire che si è aperta in anticipo la stagione di caccia. Non al giaguaro, tranquilli. Ma al suo amico, o meglio amici al plurale. E questo a causa di una cosa totalmente inaspettata e inusuale nel nostro paese. A Settembre, il 25, si vota. E non per il consiglio di quartiere o per il condominio. Elezioni Politiche. Parlamento nei due rami, Camera e Senato. Una cosa difficile da credere. Visto che Mario Draghi, non più tardi di un mese fa, aveva dichiarato al Corriere: la partecipazione alle elezioni non fa parte della mia cultura.
E che l’inquilino del Colle, in proroga d’affitto, ha sempre dimostrato per i cimenti democratici più avversione che l’ayatollah Khamenei per il cotechino. Per inciso, in Iran le elezioni sono periodiche e regolari. Ma quella è una tirannide theocratica. Mica una democrazia moderna…
Comunque, dopo una serie di premier mai votati da nessuno, governi tecnici, governi dei migliori, maggioranze da far vergogna ai bulgari di un tempo, oppofinzioni ed altro…dopo il disastro economico, la negazione dei diritti elementari dell’uomo, la Costituzione ridotta a carta straccia (o peggio), gli abusi di autorità, le soperchierie, di fatto il coinvolgimento in una guerra che non ci riguarda… Finalmente, per gentile concessione, gli italiani vanno al voto.
Ora, visto l’eccezionale avvenimento, rarissimo come e più del Panda, ci si aspetterebbe che i partiti si concentrassero sui programmi. Che fare per il caro bollette? E per la crisi del sistema Italia? Che scelte per rilanciare una economia stremata dalle follie di Draghi e Speranza? Roba così, insomma. E invece…
E invece sembra che, da tutte le parti, conti solo la caccia al, famigerato, amico del giaguaro che, naturalmente, sta sempre dall’altra parte della barricata.
Naturalmente il giaguaro si chiama Vladimir. Non ricordo il cognome, ma sono sicuro che non è Luxuria… E, a sentire politici e giornalisti al seguito, sembra davvero avere tanti, troppi “Amici”. Tant’è che il web regurgita di foto di Vladimir tutto sorrisi e baci, ora con Salvini e Berlusconi, ora con Prodi e Letta, ora con Conte e Di Maio….e di dichiarazioni d’amore nei suoi confronti della Giorgia e di tante altre fan…
Roba vecchia. Roba di repertorio. Ora il Vlad è diventato cattivo (fosse Dracula il cognome?). E tutti negano antiche amicizie e amori. E fanno a gara ad accusarsi a vicenda.
Passerà anche questa… Tutto scorre. Ad Autunno, Midterm, e le cose cominceranno ad andare diversamente anche a Washington. Zelensky dovrà cercarsi un nuovo impiego (chissà se Soros lo aiuterà?) e verrà l’inverno in Europa. Il freddo e il gelo.
Allora si può scommettere che tutti, proprio tutti, rivendicheranno orgogliosamente di essere sempre stati loro i veri amici del giaguaro…
Mi piacerebbe sapere cosa ne direbbe il, compianto, Walter Chiari. Con quel suo, cocciuto, coerente, saluto alla X. Fila, naturalmente.