Se solo Dante avesse avuto a disposizione Facebook, Instagram, Whatsapp o messenger, avrebbe davvero scritto la Vita Nuova per celebrare il suo amore per l’amata Beatrice?
La risposta non è semplice, ma è sicuramente interessante la relazione tra il modo di fare poesia e di esprimere l’amore degli antichi poeti Stilnovisti, come Dante, e le modalità con cui oggi, grazie ad Internet e ai social network, si arriva a conoscersi e a frequentarsi. È fondamentale sottolineare come la poesia stilnovista abbia tramandato una visione del sentimento, basato sulla mancata necessità della presenza fisica costante dell’amato. Proprio come a volte accade sui social.
È ormai innegabile che è mutato, nei tempi moderni, il concetto di amore. Sono le stesse relazioni ad aver subito un notevole cambiamento nell’era dei social network, che hanno generato una vera rivoluzione in termini di relazioni.
In passato l’unico modo per relazionarci con una persona di nostro interesse era scrivere lettere o al massimo effettuare una chiamata dal telefono fisso. Storica la frase di un noto spot della SIP, diventato poi un tormentone della tv: “mi ami? Ma quanto mi ami?”. Oggi attraverso i nostri smartphone, siamo in continuo e costante contatto attraverso innumerevoli gruppi, suWhatsapp, Messenger, taggati su Facebook e molto altro. I professori di italiano, all’interno delle scuole, anni fa erano terrorizzati all’idea degli sms, tanto lontani da quella scrittura degli amanti della “lingua del si” come la definiva Dante nel De Vulgari Eloquentia.
Insomma emozioni che si esprimono con “faccine”, relazioni che si intrecciano con una chat. Internet ha quasi annullato le distanze tra le persone, in una vera rivoluzione virtuale. È altrettanto innegabile che la tecnologia ha generato rapporti personali sempre più complessi e freddi, distanti dalla realtà.
In tutto questo anche il corteggiamento ha subito notevoli cambiamenti, non ci si affida più a uno sguardo o un gesto per accendere una scintilla. Grazie alla tecnologia si inviano fiori, rose e cuoricini virtuali per conquistare la persona amata.
Tante sono le riflessioni scaturite dall’avvento dei social. Un grande sociologo, ormai scomparso, Zygmunt Bauman ha trattato più volte l’argomento.
I nostri sentimenti sono davvero bruciati dalla folle corsa al consumo? L’amore oggi è diviso tra il desiderio di emozioni e la paura di un legame?
Concludo lasciando aperto il dibattito, con le dichiarazioni di una delle ultime interviste di Bauman “Il mercato ha fiutato il nostro bisogno disperato di amore, l’opportunità di enormi profitti. E ci alletta di avere tutto senza fatica: soddisfazioni senza lavoro, guadagno senza sacrificio, risultati senza sforzo, conoscenza senza un processo di apprendimento. L’amore richiede tempo ed energia. Ma oggi ascoltare chi amiamo, dedicare il nostro tempo per aiutare l’altro nei momenti difficili, andare incontro ai suoi bisogni e desideri più che i nostri, è diventato superfluo. Comprare regali in un negozio è più che sufficiente a ricompensare la nostra mancanza di compassione, amicizia e attenzione. Ma possiamo comprare tutto ma non l’amore. Non troveremo l’amore in un negozio…”.
Non ancora per fortuna.